Castello GULDURSUN

Uzbekistan
4.9
(1249)

Questo sito porta il nome di Grande Guldursun a causa del fatto che nelle vicinanze, a pochi chilometri a ovest, esistette un altro monumento archeologico medievale che gli abitanti locali chiamarono il Piccolo Guldursun. E siccome i monumenti erano molto vicini, entrambi venivano chiamati “Guldursun”. Sfortunatamente, il Piccolo Guldursun fu completamente distrutto sia dal tempo che dall’uomo.

Il Grande Guldursun si trova a 35 km a est del centro regionale di Bo’ston situato nella regione di Ellikkala e a 20 km a est della regione di Beruni.

Questo monumento fa parte delle più grandi fortezze di frontiera costruite dall’antica Corazmia nel IV-I secc. a.C., I-VIII secc. d.C. e IX-XIV secc. d.C. Le sue mura esterne sorgono sulla base di un’altra antica fortezza desolata, che conquistarono e devastarono le truppe arabe. Il Grande Guldursun ha la forma rettangolare con superficie totale di 350×230 m. e gli angoli rigorosamente orientati secondo i punti cardinali. Al centro del muro sud-orientale si trova il conservatosi ingresso medievale, di forma semi-ellittica.

Le antiche mura sopravvissute fino a 15 metri di altezza sono fatte di mattoni crudi di dimensioni 40x40x10-11 cm, appoggiati sui blocchi di pakhsa. La parte interna delle mura, fatta di mattoni di 24x24x5 cm., risale al Medioevo ed è attaccata alle mura antiche. Durante la ricostruzione della fortezza portata ai tempi dei Khorezm-shah, furono demolite le mura interne dell’antica galleria difensiva. La parte interna delle mura antiche tuttora conserva le tracce delle feritoie, che erano disposte a scacchiera su due file. In alto, in alcune parti del muro di pakhsa si conservarono e si vedono i completamente murati passaggi ad arco. La fortificazione della struttura fu aumentata con la costruzione davanti alle mura precedenti di una barriera con la seconda fila di torri difensive, il che permise di creare il cosiddetto “complesso d’ingresso” di forma semi-ellittica. Una serie di scavi e studi dimostrò che la fortezza svolgeva ruolo puramente strategico ed aveva grande importanza nella difesa delle strutture di testa dell’antico canale Gauhare. Durante gli scavi dentro il monumento, gli archeologi scesero fino a 14 metri di profondità. L’analisi degli strati culturali e il materiale ricevuto mostrarono che il monumento non venne abbandonato in nessun periodo della sua esistenza. Il monumento è molto interessante anche dal punto di vista architettonico. Nel suo muro orientale si trova il perfettamente conservatosi “kaptar khana” (casa per i colombi). Molti studiosi nelle loro opere menzionano tali “colombaie” presenti in alcuni dei monumenti medievali della zona. Questa informazione suggerisce che i colombi viaggiatori venivano largamente usati per comunicare con altre fortezze, città e alcune regioni. Per questo motivo per i colombi costruivano dei locali speciali con tante nicchie incorporate nelle pareti. Un grande interesse architettonico e materiale suscitano anche due torri angolari, orientale e meridionale, che nel Medioevo vennero utilizzate come magazzini per la conservazione dei semi di cotone. Per l’adeguata conservazione dei semi sul pavimento, i costruttori crearono le speciali “prese d’aria” – fori da ventilazione, che avrebbero permesso di attivamente ventilare i semi. In una di queste stanze, sotto un mucchio di semi ben conservati, fu trovata una brocca da irrigazione con dentro un tesoro di monete di rame di perfetta conservazione. Sulle facce delle monete si leggevano chiaramente le date – 1220-1221 e il nome di Muhammad Khorezm-shah II. Molto probabilmente, l’attacco delle truppe mongole alla fortezza costrinse il proprietario del tesoro a nasconderlo nel deposito di semi. Quasi subito dopo la conquista mongola, la fortezza cessò di esistere. E insieme ad essa anche il canale Gaukhare smise di irrigare le antiche e medievali terre. A proposito, esso era l’unico canale del lato destro di Amu Darya che conservò il suo antico nome.

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