Nella città di Karshi vi è un posto nel quale si recano i musulmani per effettuare il pellegrinaggio locale sia nei giorni di fine settimana che in quelli feriali. Si tratta del complesso commemorativo di Abu Ubayda ibn al-Djarra (Abu Ubeyda al-Djarrah). È il luogo sacro più antico di tutta la provincia di Kashkadarya.
Negli ultimi anni i luoghi di pellegrinaggio hanno subito una lunga serie di modifiche. Non fa eccezione il suddetto luogo. Nel 2012 al posto del vecchio mausoleo è stato costruito il nuovo complesso commemorativo.
La vasta area molto ben curata, con la superficie di 2,5 ettari, si estende subito dopo il muro di mattoni. Le aiuole e gli alberi sono in perfetta armonia con le costruzioni che si incontrano nel cortile. I due khauz e una fonte con l’acqua fresca contribuiscono alla sensazione del favorevole microclima. Nell’area del complesso sono stati tenuti notevoli lavori di restauro e di ricostruzione e sono state conservate le strutture antiche di grande rilevanza.
Oggigiorno il complesso comprende le porte d’ingresso, un mausoleo, le khudjra del XIX sec., gli hauz, gli ayvan, una kassabkhona e una takhoratkhona.
La costruzione più grande del complesso è senz’altro il mausoleo di Abu Ubayda ibn al-Djarra. La sua cupola azzurra si fa notare da lontano. L’ingresso è fatto a forma di un elegante portale.
Nel mausoleo sotto la cupola c’è un lampadario che tiene illuminate le sue chiare e tenere pitture.
Nella parte più piccola del mausoleo separata dal resto da una grata in legno si trova una lastra in pietra collocata sopra la immaginaria sepoltura (mashad) di Abu Ubayda ibn al-Djarrah. La lapide è in marmo bianco. Lungo la lapide scorre un’elegante scritta calligrafica in arabo.
Lungo tutto il compesso si stendono le voci dolci e attutite dei lettori del Corano, le voci che si sentono dappertutto. Lungo il perimetro del complesso erani stati sistemati i piccoli altoparlanti dai quali si sentono arrivare con chiarezza i suoni.
Perchè questo luogo è considerato sacro per i seguaci dell’islam? Chi e che tipo di persona fu in realtà questo Abu Ubayda ibn al-Djarra?
Secondo numerose fonti Abu Ubayda ibn al-Djarra fu il primo ad essersi convertito nell’islam. Acettò l’islam durante il periodo della Mekka della vita del profeta Maometa e ne divenne uno dei grandi compagni.
Insieme agli altri compagni egli prima emigrò nell’Etiopia e dopo in Medina. Nella Medina egli contribuì alla fondazione e al rafforzamento del giovane stato musulmano. Abu Ubayda ibn al-Djarra fece di tutto per consolidare la religione musulmana e partecipò in qualità di un condottiero in tutte le battaglie scoppiatesi fra i musulmani e i pagani della Mecca. La sua audacia non conosceva i limiti, mentre la fede nell’islam fu forte al punto di combattere contro il proprio padre che prese parte dei pagani. Suo padre si chiamava Abdullah ibn al-Djarra e di professione fu un mercante. Egli non condivise la fede del figlio e in seguito a ciò avvenne lo scontro nel quale il padre venne ucciso.
Stesso Abu Ubayda ibn al-Djarra nacque intorno all’anno 584 alla Mecca. La modestia e atteggiamento rispettoso alle persone circostanti furono le sue caratteristiche distintive sin da piccolo. Secondo le leggende, Abu Ubayda ibn al-Djarra fu uno degli abili arcieri. Fu suo padre ad avergli insegnato questa abilità quando era ancora piccolo. All’età di otto anni egli poteva cogliere un bersaglio immobile, all’età di dodici anni centrava nel bersaglio stando a cavallo, mentre a dodici anni sapeva cogliere il bersaglio mobile andando a velocità alta. I contemporanei lo descrissero in questo modo: una persona alta, snella, attirava attenzione su di sè, fu molto aperto e cordiale. Fu molto gentile e timido. La gente notava la sua veridicità e onestà. Si vestì in maniera molto riservata, condusse modo ascetico della vita. Il suo volto si accendeva e rimaneva illuminato mentre parlava della fede. Più tardi Abu Ubayda ibn al-Djarra divenne la persona di grande stima e ricevette il titolo di Amin, oppure del Custode della comunità del profeta Maometto (della umma).
Abu Ubayda ibn al-Djarra non fu solamente un condottiero, ma anche un saggio e risoluto politico. Quando l’Arabia Saudita subì una forte siccità, le scorte dei prodotti alimentari andavano diminuendo con ogni giorno e la gente sentì la fame egli fece limitare la quantità dei prodotti da rilasciare alla popolazione. Dalla Siria organizzò una carovana enorme la quale, secondo le storie raccontate e condivise innumerevolmente, consistette di 4mila cammelli caricati di alimentari. Abu Ubayda ibn al-Djarra morì negli anni 638-639 colpito dalla peste e fu sepolto nella Giordania dove gli fu costruito un elegante mausoleo. Nel mausoleo fu collocata una bella lapide.
Poche sono le informazioni sulla sua famiglia. Si sa che egli ebbe avuto alcuni figli da due coniugi. No si sa se avesse avuto figlie femmine, mentre tutti i figli maschi morirono nell’età puerile. Quindi la sua stirpe si fermò dopo sua morte.
In più paesi sono noti i posti sacri rispettati dagli abitanti locali perchè riconosciuti come posti dove soggiornò Abu Ubayda ibn al-Djarra che non contengono, però , le sue spoglie.
Sono passati i secoli, ma la gente conitua a conservare il suo ricordo. Abu Ubayda ibn al-Djarra viene interpretato dai musulmani in qualità di uno dei compagni del profeta Maometto.
INDICAZIONI DI METODO:
1. Avvisare i turisti della visita di un luogo di culto dove è necessario rispettare le corrispondenti regole di etica, comportarsi in maniera adequata e non creare disturbi agli altri visitatori.
2. Prestare attenzione all’aspetto esterno dei turisti prima dell’escursione: non si può visitare questi luoghi in pantaloncini corti e vestiti scollati.
3. All’ingresso nel mausoleo è necessario togliersi le scarpe, i turisti vengono avvisati in anticipo (prendere con loro pantofole, calzini), le donne devono coprire la testa.
4. L’escursione deve essere svolta solo da una guida dotata di informazioni sicure, per non ricorrere ai servizi di anziani estranei che danno informazioni distorte.
5. Nei locali, durante la lettura delle preghiere, non interferire con lo svolgimento della cerimonia rituale.
6. Dopo aver attraversato le porte d’ingresso, richiamare l’attenzione dei turisti su tutta l’area del complesso, utilizzando il metodo di visita panoramica. Elencare tutti gli edifici del complesso.
7. A seconda del numero di persone, accompagnare il gruppo al mausoleo, agli ayvan e gli khauz. Per chi desiderasse c’è una libreria e servizi di fotografo.
L’autore del testo: Abilov M. – la guida della seconda categoria.
Il traduttore: Sattarova T. – la guida della prima categoria.
Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo