Il Complesso di Bakhauddin Naqshband

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Il complesso nato come il centro dell’ordine Naqshbandia e dedicato a Bahauddin Naqshbandi rappresenta un insieme di strutture di culto situati nella periferia di Bukhara. Il sopranominato sufi tuttora viene ritenuto uno dei più venerati “santi” dell’Asia centrale, il fondatore dell’ordine Naqshbandia, i cui seguaci si sono diffusi in tutto il mondo islamico, morto nel 1389 e sepolto vicino al villaggio Kasri Orifon – il “castello dei conoscenti della verità divina” vicino a Bukhara (attualmente una parte della provincia di Kagan). Il complesso commemorativo ad egli dedicato venne ricostruito più volte, poiché ogni sovrano di Bukhara considerava suo dovere vi aggiungere qualche nuovo elemento.

Nel 1544, Khan Abdulaziz I fece erigere un dakhma (tomba monumentale) circondato da una recinzione in marmo e in tal modo il complesso arrivò allo stato definitivo alla metà del XVI secolo.

Successivamente il dahma venne circondato dagli aivan dipinti delle moschee di Muzaffar Khan e Khakim Kushbegi. Al centro del cortile fu costruito un khauz (vasca), accanto ad un colorato chartak (sakkahana), fotografato per la prima volta all’inizio del XX sec da Prokudin-Gorsky. Recentemente il chartak tuttora esistente è stato leggermente restaurato.

All’inizio del nostro secolo, in tutto il mazar di Bahauddin Naqshbandi sono stati portati i lavori di restauro e sistemazione urbanistica. E durante la costruzione del nuovo aivan (porticato) è stato trovato il basamento di una simile struttura antica.
Durante i lavori sono stati ripristinati gli archi dei portali d’ingresso fatti in stile tradizionale, le cupole rivestite di piastrelle turchesi, le porte e le colonne realizzate in legno intagliato.
Il cortile attualmente è circondato da un’elegante aivan con i delicati motivi sui soffitti, sorretti da slanciate colonne.
Nel secondo cortile si trova una serie di piccoli edifici del XVIII e XIX secolo: due moschee ai lati dell’ingresso, un basso minareto e una piccola madrasa.
La moschea fu costruita da Muzaffaruddin ibn Nasrullah, il nonno dell’ultimo emiro di Bukhara, Muhammad Alim Khan ibn Abdulakhadkhan. Secondo gli abitanti del villaggio, nonostante numerosi rifacimenti riparazioni, le persiane delle finestre sono originali, realizzate nel XIX secolo.
Il minareto e la moschea femminile furono costruiti nel 1710 dalla madre dell’ultimo khan Ashtarhanide Abulfayz.
La moschea femminile è abbastanza piccola e luminosa. Nonostante lo sfondo di pareti modeste, l’interno viene animato dal luminoso soffitto. La moschea come tutto il complesso è stata più volte restaurata. Ciò che si vede oggi è il risultato del minuzioso lavoro dei restauratori, malgrado il fatto che personale e abitanti locali affermino che l’ornamento dorato del soffitto è l’originale del XVIII secolo.
Oltre la moschea femminile si trovano i rubinetti con “acqua santa”, che proviene da una sorgente sotterranea. Qualche tempo fa vicino al minareto c’era un piccolo pozzo, però a seguito della recente ricostruzione, una parte del cortile ha subito alcuni cambiamenti.
Il monumento principale di tutto il complesso è il khanaka di Abdulaziz Khan, la cui composizione è particolarmente interessante: tutte le facciate si aprono verso l’esterno in forma delle logge a due piani ai lati dei portali centrali, siccome edificato in zone rurale avrebbero dovuto offrire la visual panoramica.
La cupola del khanaka ha la forma insolita sormontata su una cornice di potenti archi intersecatisi, visibili sia dall’esterno, che dall’interno, dove sono incorporati nel soffitto. La sala interna circondano i profondi archi delle retronicchie dei portali; negli angoli sono ragruppati i hujra (celle per gli studenti). Come anche negli altri edifici del periodo, l’interno suscita il particolare interesse dal ounto di vista ornamentale. Tutta la sala è ricoperta dal kirma: decoro bicolore – bianco sullo sfondo rosso ocra.
A ovest di dakhma, di fronte alla facciata meridionale del khanaka, si formò un enorme cimitero con le tombe dei Khan in marmo grigio.
L’ultimo emiro di Bukhara, Seyid Alimkhan, fece erigere diversi edifici pubblici vicino alla necropoli, tra cui una grande osteria per i gli infiniti pellegrini e uno hammam (bagno turco). Mentre la strada che conduce dalle porte di Bukhara al mazar di Sheikh Bahauddin fu lastricata per ordine di Nasrullah Khan nel 1827.
Al centro dell’esteso cortile si trova un khauz, per le cui acque galleggiano le spensierate anatre e oche.
È noto che lo sceicco Bahauddin Naqshbandi proibì ai suoi discepoli di registrare le sue opere e prediche. La maggior parte delle notizie su di lui si diffuse dopo la sua morte e priva di tanti elementi della sua biografia. Che porta alla formazione di molte storie inverosimili non corroborate da fatti o documenti storici.
Bahauddin adottò l’interesse al sufismo da suo nonno. E il ruolo della prima guida spirituale del piccolo Bahauddin portò Khodja Muhammad Babayi Samosi (1259-1354 gg.) – Il famoso Sufi, seguace della scuola “Hajagan”, il quinto nella catena spirituale degli insigni Maestri di Bukhara, che successivamente inviò il giovane Bahauddin per continuare i suoi studi dallo sceicco Sayyid Amir Kulal. E questi, a sua volta, dopo aver percepito la serietà delle aspirazioni del giovane seguace, lo introdusse nell’ordine sufi di Khojagan.
Bahauddin dedicò 3 anni della sua vita al pellegrinaggio per le città sante. E al momento di rientro a Bukhara, aveva definitivamente elaborato la sua visione “sulla purezza dell’Islam”. Egli decise di completare le otto regole dell’interpretazione e l’insegnamento del dhikr silente di Abdulkhalik Gizhduvani – creatore delle fondamenta dell’ordine Naqshbandiyya, aggiundone altre 3:
1. wuquf-i zamani – sosta o pausa sul tempo. Controllo su come viene utilizzato il tempo.
2. wukuf-i adadi: sosta sul numero. Controllo se il dhikr, ripetuto interiormente, sia stato ripetuto quanto richiesto dalla regola, per escludere la distrazione durante la pratica.
3. wukuf-i kalbi – sosta sul cuore. Bisogna creare nella mente l’immagine del cuore con il nome di Allah impresso per sottolineare il fatto che non perseguiti altro scopo che il Allah.
Già noto come il grande maestro, lo sceicco Bahouddin Naqshbandi predicava la semplicità e la discrezione, però negava l’ascetismo e la solitudine, dimostrandosi sostenitore della vita mondana, che sviluppasse meglio la personalità. Si opponeva all’ appariscente religiosità e al fittizio ritualismo, digiuni quarantini, dhikr (pratica meditativa) udibile e vagabondaggio.
Queste innovazioni portarono alla crescita espansiva del numero di seguaci. Molti sufi iniziarono a vivere in comunità, in cui, oltre ai tentativi di avvicinarsi ad Allah, lavoravano, guadagnandosi il cibo. Così a Bukhara iniziò a prendere forma l’ordine di Naqshbandia, divenuto famoso in tutto il mondo.
Bakhouddin trascorse la maggior parte della sua vita negli studi della letteratura sufi, nonché di storia e filosofia, matematica, astronomia e medicina. E non accettò lo stile di vita dei dervisci: vagabondaggine e accattonaggio, ma completamente si immerse nella vita reale. Fece lo straordinario tessitore di canfa (o kamha – stoffa di seta), l’eccellente cesellatore su vari metalli, ed inventava stupendi ornamenti, per cui ha ricevette il soprannome – Naqshband, che significa “l’inventore di disegni”. E i seguaci dell’ordine seguendo il suo esempio a poco a poco smisero di vagabondare e iniziarono a occuparsi dei diversi mestieri.
Il suo famoso motto ancor’oggi popolare era “Dil ba Yoru, dast ba kor!”, che si traduce come “Cuore al Dio, mani al lavoro!”. Grazie a ciò la sua semplice e comprensibile filosofia è tuttora viene largamente riconosciuta nel mondo islamico.
E il luogo, dove riposa il grande maestro Bahouddin, il cui nome completo è Said Muhammad Bahouddin Naqshbandi ibn Said Jalaliddin, già da secoli attrae migliaia di migliaia pellegrini e turisti.

REFERENZE METODOLOGICHE:
1. Durante la visita al complesso avvertire i turisti del comportamento ed abbigliamento corrispondenti.
2. Già durante il trasferimento fornire i clienti dell’informazione sulla personalità di Bahauddin Naqshbandi e sull’ordine da lui fondato.
3. Giunti al complesso, bisogna arrivare direttamente al dahma dello sceicco, per poi passare al cortile successivo.
4. Durante la dimostrazione della moschea femminile, accentuare la maestria degli artigiani che hanno decorato il soffitto.
5. Se il gruppo è composto dai musulmani, per primo secondo la tradizione va visitato il complesso dedicato alla madre di Bahauddin Naqshbandi.
6. Nel caso ci fossero i desideranti di una preghiera, ciò si potrebbe effettuare durante il tempo libero.
7. Visita e spiegazioni vanno fatte esclusivamente dalla guida, senza ricorrere all’aiuto di giude locali.
8. Si sconsiglia di suggerire ai turisti di bere l’acqua “santa”, poiché loro potrebbero non avere le difese immunitarie appropriate.
9. Dimostrazione e spiegazione dalla parte della guida devono durare circa 60 minuti. Se si visita anche la tomba della madre di Bahauddin Naqshbandi, il tempo aumenta di 30 minuti.
10. Ai turisti si danno almeno 20 minuti di tempo per la visita autonoma e le fotografie.
Compilato da: Abdunabieva D.A. – Capo specialista del dipartimento per la coordinazione degli studi educativi e metodologici dell’Istituto dello sviluppo del turismo.
Tradotto da: Raymanov A.
Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo
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