Il Complesso di Pakhlavan Makhmud

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(1687)

Il complesso commemorativo di Pakhlavan Makhmud, formatosi intorno alla sua tomba nell’arco di 250 anni (1664-1913), è considerato uno dei luoghi importanti di Khiva. Nell’area del complesso vi è il mausoleo di Pakhlavan Makhmud e il khanaka con la doppia cupola alta la cui sagoma è diventata il simbolo principale di Khiva.
Pakhlavan Makhmud (1247-1326) è un grande poeta, illuminista, un filosofo e sufi nato a Khiva. Secondo le parole di Shamsiddin Somi, l’autore del libro “Komus-ul-àlom” (Il libro delle grandi personalità), Pakhlavan Makhmud fu uno scienziato, poeta, un lottatore invincibile e un uomo forte. Egli riusciva sempre a battere tutti gli avversari sia in Afganistan che in India, in Iran e Iraq. Gli abitanti di Khiva provano profondo rispetto e grande affetto nei confronti di Pakhlavan Makhmud. Fino ad oggi prima di duello i lottatori professionisti si rivolgono con una preghiera a Pakhlavan Makhmud, il loro prottetore. Però, non fu il titolo di un lottatore invincibile, vissuto a cavallo del XIII-XIV ss. ad avergli attribuito questa fama. Lo resero famoso la saggezza e giustizia che seguono tutte le sue poesie:

“Cento volte ripeto il seguente giuramento:
Che cento anni rimarrei in prigione pronto a soffrire
Che cento monti pesterei nel mortale a casa mia
Piuttosto che riuscir a spiegare la verità ad un uomo ottuso”.

Quest’uomo, forte e robusto, scriveva le poesie molto libere dove esaltava la gioia della vita, richiamava alla giustizia, marchiando le persone ipocrite e false.

“Un giorno camminavo lungo un fiume,
All’improvviso le acque del ruscello mi raggiunsero
Sono i ginn che mi perseguitano
Per la mia natura del libero pensatore”.

Pakhlavan Makhmud scriveva i suoi rubai e poesie in forsi. Poche persone nella Corasmia avevano la conoscenza di questa lingua. Uno dei suoi poemi famosi è considerata “Kanzul khakoiik” (La collezione delle cose vere). Nelle sue opere l’autore cerca di esprimere le idee e pensieri di uno che è sufi. Alcuni manoscritti di Pakhlavan Makhmud sono arrivati ai tempi nostri ed oggigiorno vengono conservati nell’Istituto dell’Orientalistica dell’Accademia delle scienze dell’Uzbekistan a Tashkent.

“La biografia” di Pakhlavan Makhmud.
Il manoscritto dell’Istituto dell’Orientalistica dell’Accademia delle scienze dell’Uzbekistan N2069, scritto nel 1239/1824.
Alcune quartine di Pakhlavan Makhmud sono riportate sugli stend collocati ai muri del colonnato ayvan nel cortile del complesso:
“In inverno è il fuoco che è meglio delle rose primaverili,
È il pezzo di feltro che è meglio della seta romana
Da retta alle parole di Makhmud Pir’er-Vali:
Il cane di un luli (zingaro) è meglio di un uomo cattivo”.
Pakhlavan Makhmud è considerato uno dei pir del sufismo. E come ogni sufi aveva un mestiere da garantirsi il reddito. Egli fu un pellicciaio. Uno dei khadit racconta che ogni musulmano deve lavorare per procurarsi il cibo e dice che “è meglio raccogliere la ramaglia nelle montagne e venderla per procurarsi il cibo anzichè campare di elemosina”. La vita di Paklavan Makhmud cotituisce un esempio forte del suddetto precetto. Nel passato egli fu noto come Pir Yar-Vali (Pir’er Vali). Fu uno dei pseudonimi da lui usati. Morì nel 1326 e venne sepolto nel cortile del proprio laboratorio. Tempo dopo intorno alla sua tomba è nato un vasto cimitero dove essa occupa la più importante posizione.

IL COMPLESSO COMMEMORATIVO DI PAKHLAVAN MAKHMUD

Nel 1662 sopra la sepoltura di Pakhlavan Makhmud fu costruito un piccolo mausoleo in mattoni crudi. Si trattava di una struttura con un locale interno solo sormontato da una cupola. Esso tempo dopo andò in rovina. Le parole del poeta stesso potrebbero descrivere bene il destino del mausoleo:
“Colui che creò la volta del cielo, creò altrettale la volta del palazzo,
Ma lo fece immediatamente scomparire dal volto della Terra.
E da allora ogni arco che vediamo innalzarsi verso il cielo,
Il giorno dopo da lui viene ridotto in polvere della Terra”.
I resti delle strutture originarie in mattoni crudi fino ad oggi si conservano negli spessori delle costruzioni realizzate nei periodi successivi. Il complesso attuale nasce molto tempo dopo, costruito dai mattoni cotti sui resti delle vecchie fondamenta. La costruzione del mausoleo fu iniziata nel 1810 sotto Mukhammad Rakhim-khan e fu completata nel 1835, quando al potere arrivò Alla-Kuli-khan.  Attualmente il complesso è composto da una piccola zierat-khana e gurkhana, entrambe le strutture son sormontate dalle piccole cupole di color turchese.
Una volta nel lato opposto ci fu un’altro ingresso che consentiva ai fedeli di fare i pellegrinaggi alla tomba del protettore di Khiva dopo la preghiera del venerdì. Oggi quest’ingresso è bloccato, come ne è bloccato da una porta un altro che dalla zierat-khana conduceva nella gurkhana. Questa porta realizzata nell 1810 è tutta ricoperta dai rilievi molto fini e vi sono i frammenti in avorio intagliato.
Vicino al mausoleo nuovo fu costruito il khanaka di grandi dimensioni. Per accedere al mausoleo di Pakhlavan Makhmud ci fu un ingresso apposito nel muro sinistro della sala grande del khanaka. Successivamente il khanaka fu adibito agli usi di un sepolcro dei khan di Khiva e divenne l’elemento centrale di tutto il complesso.
Davanti all’ingresso nel mausoleo c’è un piccolo cortile commemorativo. Nel 1701-1702 su ordine di Shakhniyaz-khan è stata realizzata una porta intagliata in legno. Le scritte calligrafiche presenti su essa sono state prese dal Corano e vi sono anche i cronogrammi in poesie. “Questa raggiante struttura che accoglie le suppliche dei cuori privi di forze fu costruita su ordine di Shakhniyazkhan (nel 1702) e fu scavato un pozzo. E lui stesso fu sepolto nell’area di questo mazar. L’incisore usta Nadir Mukhammed”. La parte facciale della porta è intagliata con i caratteristici disegni vegetali di Khiva tali turunj, madokhil ed altri. Le porte del vecchio cimitero son state trasformate nel portale d’ingresso nel complesso commemorativo di Pakhlavan Makhmud.
All’inizio del XX s. su ordine di Asfandiyar-khan nel lato occidentale del complesso è stata costruita una korikhona a due piani, mentre il lato orientale è stato occupato da una moschea estiva a forma di ayvan. Nel locale adiacente a sinistra si vedono le tre sagana. Una è collocata sopra la tomba della madre di Asfandiyar-khan, mentre le altre due sono state collocate in onore del khan stesso e suo figlio, mentre le loro sepolture si trovano al di là dei confini dell’Ichan Kala.
Vi sono altre strutture situate nell’area del cimitero dietro il mausoleo principale collegate in precedenza con il complesso tramite un’apertura nella parte nord trasversale della galleria a cupole nel lato est del complesso. Tra queste strutture si distingue una grande moschea invernale nota come Shir-Kabir, sormontata da una cupola, vi è anche una moschea estiva a forma di un ayvan con una colonna al centro e altri piccoli mausolei. Le dimensioni del complesso commemorativo sono circa 50×30 m.
Appena entrati nel cortile nel campo della visione capita alto elegante portale. È rivestito con i mattoni molati dove si incontrano i “fiocchi” verdi e con le tipiche piastrelle maiolicate di Khiva in color blu, turchese e bianco.
Nella sala centrale di fronte all’ingresso si trova una nicchia pentaedrica con dentro la sepoltura di Mukhammad Rakhim-khan.
La tomba è recinta da un cancello in rame cesellato, il lavoro dell’Usta Abdulla Mulla Seid-ogli Khivaki. Al centro della nicchia sopra la pietra tombale si vede una scritta che contiene il nome del ceramista: “L’opera del mulla Nur-Mukhammed, figlio di Kalandar il corasmiano, 1240 anno dell’Hejira” (1824/25).
Nel lato nord-ovest del khanaka si trovano le pietre tombali di Abulgazi-khan e Anusha-khan. Nel muro sinistro della sala centrale si trova l’ingresso nella galleria dove dietro il recinto metallico è situata la sepoltura di Allakuli-khan. Recentemente sopra la sua sepoltura è stata collocata la nuova sagana.
Uno dei particolari del mausoleo è il rivestimento interno in maiolica.
Il decoro dell’interno è realizzato con una stessa tecnica- la maiolica dipinta con la quale son rivestite completamente tutte le pareti del locale. La fantasia infinita e varietà delle composizioni del carattere vegetale e geometrico non fanno altro che far ammirarle. Tra gli ornamenti epigrafici realizzati nell’interno del mausoleo si incontrano i detti del carattere filosofico: “Mai diventerai un uomo finchè non sei stato in servizio all’umanità”. Gli artigiani creando quest’interno si sentirono compenetrati della sostanza delle poesie di Pakhlavon Makhmud e cercarono di dargli la freschezza e fioritura con i fini disegni in blu e bianco con le poesie del pir:
“È meglio di tutto rendere gloriosa la verità con la lingua.
È meglio di tutto incontrare l’alba con la preghiera.
Per il bene del nome buono nel mondo
È meglio di tutto dispensare il pane agli affamati”.
Le scritte presenti nel mausoleo contengono i nomi degli artigiani che hanno creato questo splendido monumento architettonico. Nel 1810 i lavori furono gestiti dall’artigiano Adina-Mukhammad-Murad da Khazarasp. L’autore dei fini ed ingegnosi ornamenti, invece, fu un famoso artigiano di Khiva Abdulla Djin, dalla gente sopprannominato il “Genio”.
La decorazione della cupola del mausoleo e il passaggio ad essa dalla quadratuta dei muri del khanaka è da considerare l’apice dellè abilità dei ceramisti.
Il khanaka è sormontato dalla più grande cupola di color verde turchese dell’Ichan-kala e ne costituisce un elemento regnante.
Nel 2007 sono state restautare le colonne dell’ayvan, lo spazio intorno al pozzo, una piccola cupola in legno sopra il pozzo e alcune piastrelle maiolicate staccatesi. Attualmente nei locali del complesso si trova “Il fondo di Pakhlavan Makhmud” quale fa capo alla Direzione Religiosa dei Musulmani dell’Uzbekistan.
IDICAZIONI DEL METODO:
1. Durante la visita del complesso attivo di culto bisogna avvisare in anticipo i turisti del comportamento delicato, dell’adequato aspetto esterno e che prima di entare nel mausoleo-khanaka bisogna togliersi le scarpe.
2. Prima di arrivare al complesso far notare la più grande e pittoresca cupola di Khiva.
3. Entrare nel cortile e far conoscere ai turisti gli elementi principali del complesso.
4. È meglio raccontare dell’importanza storica di Pakhlavan Makhmud, del suo talento sotto la tettoia dell’ayvan dove si vede il suo ritratto tessuto e i suoi detti tradotti in varie lingue.
5. Avvertire i turisti di non dover assaggiare l’acqua del pozzo.
6. La presentazione del complesso e la parte guidata della visita non devono superare i 20 minuti di tempo.
7. Per la visita autonoma e le foto rilasciare ai turisti non più di 15 minuti di tempo. 
L’autore del testo: Akramova R., la guida della prima categoria.
Il traduttore del testo: Sattarova T. I. – la guida della prima categoria.
Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo
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