KARSHI o QARSHI citta’ dell’Uzbekistan

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Karshi, l’attuale centro amministrativo della regione di Kashkadarya, è una città antica nella sua storia, ma moderna nell’aspetto, tutta immersa nel verde dei parchi.

Se si chiedesse agli abitanti di Karshi un posto preferito ed importante della loro città, la maggioranza nominerebbe il ponte di Karshi. Quest’antica costruzione in mattoni e pietra collega le rive del fiume Kashkadarya nella sua parte più larga. Il ponte lungo 122 metri, viene sorretto da 12 potenti basi collegate da larghi e bassi archi di circa 4 metri di diametro. L’altezza delle basi dal fondo del fiume fino alla superficie del ponte arriva a 5,3 metri, mentre la larghezza del ponte è di 8,2 metri.

Il ponte oramai pedonale un tempo veniva attraversato dalle carovane dirette verso l’Europa. In quei tempi accanto al fiume, che allora fu più abbondante e quindi più largo rispetto ad oggi, si trovava un esteso giardino, dove potevano fermarsi i viaggiatori, alcuni dei quali lo menzionarono nei loro diari. Come ad esempio il famoso scienziato e viaggiatore ungherese Arminius Vamberi, che scrisse che negli anni ’60 dell’Ottocento a Karshi ci furono 10 caravanserragli, un grande bazar, case da tè, bagni e un giardino pubblico.

Alcuni erroneamente lo chiamano il ponte di Amir Temur, anche se la sua costruzione risale al 1583, cioè al periodo del regno di Sheibanidi.

La struttura del ponte conserva le tracce di numerosi restauri. Nel XIX sec., dopo uno dei tali interventi, cominciarono a chiamarlo “Nikolaevsky” in onore di Nicola II, l’ultimo zar dell’Impero russo. Anche nel 2017 sono stati effettuati i lavori di restauro e di parziale ricostruzione, il che grazie alle illuminazioni installate l’ha reso più attraente per i visitatori. Durante i lavori sulle rive del fiume al posto di vecchi edifici sono stati allestiti un nuovo parco, 4 imbarcatoi, 14 cottage, caffè-bar, parco giochi, campi sportivi, illuminazione e altre attrazioni. In più sono stati piantati oltre 4.000 alberi e arbusti ildecorativi.

Il flusso d’acqua del fiume Kashkadarya viene regolato tramite tre dighe. In genere nelle regioni aride sin dall’antichità sanno costruire le strutture per raccogliere, conservare l’acqua potabile. Altrettanto gli abitanti di Karshi da secoli apprezzano e rispettano questa vitale risorsa, che tuttora svolge un importante ruolo nella loro vita. Perciò in città esiste ancora una particolare seminterrata costruzione coperta da una cupola: Sardoba. Ce ne sono tante altre sulle antiche rotte carovaniere e in varie città dell’Asia.

In questa sardoba per il momento rimasta senza acqua, vi è una parte conservata di un originale scolo d’acqua ligneo, che esternamente somiglia alla coda di un pesce o alla zampa di qualche grande animale.

Un altro punto di attrazione turistica da non negligere sono gli antichi bagni di Karshi. La loro costruzione risale al XVI secolo. Secondo gli aksakal locali una volta si riusciva a riscaldare l’acqua per i bagni con il calore di una singola candela, ma dopo uno dei rifacimenti questa proprietà è andata completamente persa. Il poeta Zayiniddin Vasifi addirittura dedicò una poesia ai bagni di Karshi:

… L’interno del bagno come se fosse il paradiso,
Sebbene sia fatto di solo mattoni e argilla.
Che attira e unisce i cittadini.

Al giorno d’oggi il governo sta risolvendo con notevole successo i problemi con l’acqua potabile e quella tecnica. Nel 2019 con questo fine è stata aperta una filiale dell’Università di ingegneri di irrigazione e di meccanizzazione agricola di Tashkent. Ciò nel futuro promette di fornire tutta la regione di Kashkadarya con il personale di alta qualifica sia per l’agricoltura che per la gestione delle risorse idriche.

Oltre a questa università, gli studenti possono ricevere le conoscenze presso l’Università di ingegneria ed economia di Karshi, la filiale dell’Università di tecnologia informatica di Tashkent e l’Università statale di Karshi.
Nel 2019 davanti all’ultima università è stato collocato un particolare monumento dedicato al Libro.
Sul monumento sono incisi i nomi di Alisher Navoi, Zakhiriddin Muhammad Bobur, Alessandro Pushkin, William Shakespeare, Honoré de Balzak, Abu Ali ibn Sina, Abdulla Aripov, Sharaf Rashidov, Erkin Vakhidov e una parte del Codice di Amir Temur.
Questo monumento è nato come parte del grande lavoro che si sta svolgendo nel nostro paese a scopo di riportare i giovani a leggere i libri.

E non è l’unico monumento ad esser stato costruito negli ultimi anni. In onore dell’ottantesimo compleanno di Islam Karimov nella piazza principale di Karshi è stato collocato un monumento che raffigura il Primo Presidente dell’Uzbekistan.

Mentre ce ne è un altro che rappresenta un’importante personalità dello stato e della cultura – Abdulla Aripov e si trova accanto al collegio che porta il suo nome.

Abdulla Aripov è un poeta sovietico di origine uzbeca, considerato il classico della nostra letteratura, l’eroe e poeta del popolo dell’Uzbekistan.

Gli abitanti dell’Uzbekistan si atteggiano con profondo rispetto verso l’istituto della famiglia. Cioè una vera famiglia uzbeca dimostra sempre comprensione e cura nei confronti dei propri membri ed è sempre pronta a sostenerli. I genitori ritengono obbligatorio mantenere i loro figli minori, mentre i figli adulti prendono cura dei genitori anziani. Nel 2006, a Karshi, è nato il monumento dedicato alla famiglia: “El-yurt tayanchi” (Sostegno della Patria).

Durante la Seconda guerra mondiale, migliaia di famiglie uzbeche hanno mandato i loro cari al fronte. Non tutti sono tornati, non tutti hanno rivisto loro madri. Per questo motivo nel centro di Karshi, come in tutte le altre città dell’Uzbekistan, è nata la statua della Madre Addolorata, mentre in cima del Colle di gloria si trova uno straordinario monumento dedicato a tutti coloro che hanno combattuto contro il nazismo.

L’aspetto del monumento è molto solenne, soprattutto nella sua parte interna.

Il mosaico dedicato a vari soggetti tematici è da considerare una vera arte, con cui gli architetti hanno cercato di raffigurare sia i soldati in battaglia che i semplici lavoratori.

La scelta della posizione del monumento è stata pensata bene. Dalla sua terrazza panoramica circondata da un grande parco si vede tutta la città insieme all’orologio a carillon di Karshi. Tra gli edifici abitativi si riconoscono alcuni antichi che ci fanno tornare nel passato: madrase, moschee, case da tè, bazar, mazar, etc. A Karshi, che ai tempi antichi aveva portato i nomi di Neshkheb, Nessef e Karshi, diventata Bekhbudi nel periodo sovietico e infine di nuovo Karshi, si sono conservati pochi monumenti storici, che tuttavia vi sono e meritano di essere visti.

All’epoca nella piazza principale della parte vecchia sorgevano 7 madrase, di cui tre sono state distrutte durante il periodo sovietico: la madrasa Shir-Muhammad (1865), Khodja-Kurban e Sharapa-khodja (inizio XVIII secolo). Oggigiorno ne rimangono solo le fondamenta.

La madrasa Odina insieme all’omonima moschea costituiscono un unico complesso religioso. La caratteristica principale che le fa distinguere da tutte le altre strutture dello stesso genere è il fatto che esse erano destinate all’uso esclusivamente femminile. Cioè soltanto le donne potevano studiare qua le scienze e religione e solo loro potevano pregare in questa moschea. In tutta l’Asia centrale non c’erano altre scuole e moschee simili a queste.

La madrasa fu eretta nel XVI secolo, al posto del palazzo di Kebek Khan e durante il periodo coloniale venne utilizzata in qualità di una prigione.

Nel 2006 nel corso di preparativi alla celebrazione del 2700° anniversario di Karshi il complesso è stato restaurato e ora ospita un museo di storia.

La Madrasa di Abdulazizkhan costruita all’inizio del XX secolo è un piccolo e compatto edificio di mattoni con delle logge al secondo piano. Il monumento ha l’aspetto molto accogliente grazie al verde che lo circonda. Tra il 1975-2007 nella madrasa è stato allestito il Museo regionale di Kashkadarya.

La scuola coranica è stata restaurata in occasione dell’anniversario della città celebrato nel 2006 insieme ad un’altra madrasa dalle dimensioni piccole di Kilichbay. Kilich come parola significa la “spada”. Al solito tali nomi venivano assegnati agli audaci guerrieri che sapevano perfettamente maneggiare la spada.

Al giorno d’oggi la scuola ospita la sede della Fondazione Oltin-Meros (Patrimonio d’Oro) con la sua biblioteca.

All’inizio del XX sec. nella città fu costruita la madrasa di Bekmir.
 La struttura è composta da due piani di celle, mentre il suo basso portale fiancheggiano due torri-guldasta, particolarmente snelle ed eleganti. Agli angoli della facciata principale vi sono due colonne a tre quarti, decorate con i mattoni, che formano vari ornamenti geometrici. La parte superiore delle colonne ha la forma di lanterne coperte con le piccole cupole di mattoni. Le aperture delle finestre del primo piano, lasciate dopo il restauro, sono coperte dalle grate decorative – panjara. L’ingresso è decorato con una porta in legno intagliato.

In qualità dell’edificio più significativo dell’architettura musulmana va menzionata la Moschea Kuk Gumbaz, costruita sulle fondamenta della vecchia moschea Namazgokh, ripetendo le sue dimensioni. Anche se precedentemente la Namazgokh si trovava in periferia della città, in seguito alla crescita di Karshi entrò nei suoi confini. L’inesorabile andamento del tempo distrusse completamente l’edificio del XVI secolo, ciononostante i cittadini continuarono ad usare questo luogo per effettuare le preghiere. Fino agli anni Sessanta del secolo scorso, la Moschea Kuk Gumboz rimase chiusa, come molti altri luoghi di culto di diverse confessioni. L’edificio moderno è relativamente nuovo.

Dietro l’elegante portale della moschea sorge una grande cupola blu, sorretta da un alto tamburo. Il portale e il tamburo della cupola hanno la meravigliosa decorazione di piastrelle smaltate. Sul tamburo c’è un’iscrizione in arabo: “L’eternità appartiene ad Allah”. Nell’ornamento geometrico sono stati ripetutamente intrecciati i nomi di “Allah” e di “Muhammad” scritti in arabo. Lungo il perimetro della moschea corrono le gallerie, dove è possibile ripararsi sia dal sole che dalla pioggia.

Di fronte alla moschea si stende secondo una tradizione una grande piazza (39×15 m), che all’epoca poteva accogliere quasi tutta la popolazione maschile di Karshi.

Nel 1993 a Karshi in base alla presenza di una piccola comunità ortodossa è stata costruita una casa di preghiera dell’Intercessione della Madre di Gesù.

Karshi è una città straordinaria, dove i moderni complessi sportivi e gli eleganti edifici delle scuole di musica e d’arte convivono con gli edifici in mattoni crudi. Dove le vie centrali sono ben tenute e spaziose, mentre nella parte vecchia i bambini corrono ancora per le viuzze polverose. È il luogo in cui si intrecciano i destini di tante persone e dove nemmeno esiste una spiegazione comune del nome “Karshi”. Alcuni credono che tradotto dal mongolo significhi il “Palazzo”, gli atri ritengono che costruito il villaggio di fronte alla vecchia capitale il suo nome possa significare l’”opposto, antistante”. Ma Bobur – il pronipote di Tamerlano scrisse: “Un altro provincia è Karshi, chiamata anche Nesef e Nekhsheb. Karshi è un nome di origine mongola; “karshi” in mongolo significa “cimitero”. È il luogo con poca acqua. La primavera qui è meravigliosa, il loro pane e meloni sono molto buoni”.

Oggi in questa città, che occupa 42 km², convivono circa 260.000 persone di etnie diverse (2019): uzbeki, tagiki, russi, tatari, coreani, arabi etc.

La storia della città è particolarmente interessante, anche se non è stata ancora completamente rivelata dagli studiosi.

A Karshi vi sono diversi tumuli funerari ed il più grande di loro attende gli archeologi che sicuramente scopriranno le pagine nuove della storia di questa antica città.

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