La Madrassa Abdulaziz Khan

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In conformità alla tecnica costruttiva “kosh”, esattamente di fronte alla madrasa di Ulugbek venne eretta quella di Abdulaziz Khan, l’ultima grande madrasa di Bukhara.

Essa fu costruita nel 1652 in onore di questo sovrano della dinastia ashtarkhanide, morto poi nel 1681. Pur trovandosi sullo stesso asse della madrasa di Ulugbek, la supera notevolmente sia per dimensioni sia per ricchezza.

Le sue decorazioni colpiscono per la novità ed originalità rispetto a tutti i tipi di ornamenti esistenti in quel periodo. Si tratta di mosaici intagliati, maioliche, intagli su marmo e ganch all’esterno, raffinati dipinti su archi e pareti all’interno. La darskhana, la moschea e la biblioteca della madrasa in particolare sono decorati con motivi di nuvole e fiamme stilizzate e di rami agitati dal vento, il tutto entro cornici rettangolari о poligonali.

I locali al di sopra dell’ingresso erano destinati alla biblioteca, che si trovava in una sala coperta da una cupola e decorata, sulla volta a stalattiti realizzata con la tecnica “iroki”, con un magnifico ornamento dipinto, e altre due hujra adiacenti. Alla biblioteca si arriva attraverso due scale a chiocciola costruite nei piloni del portale.
La struttura della madrasa comprende un ampio cortile circondato da un ayvan con un portale di ingresso, le torri angolari (guldasta) e, sia attorno al cortile stesso sia lungo la facciata, le nicchie delle logge. Per conferire al portale d’ingresso principale una certa “snellezza”, lo si fece però anche un po’ troppo alto, così violando la tradizionale armonia delle proporzioni. Per questo il portale appare troppo allungato mentre le ali laterali paiono troppo grandirazie alla ricchezza della sua decorazione, la madrasa di Abdulaziz Khan occupa, fra i monumenti di Bukhara, una posizione tutta particolare. Ciò è sottolineato soprattutto dal fatto che alcuni soffitti sono ricoperti da dipinti realizzati con la tecnica “kundal” (pittura policroma con doratura sugli ornamenti in rilievo) e da una decorazione esterna nella quale predomina il mosaico con il tipico motivo del cespuglio fiorito in vaso. Nella vasta gamma dei colori delle piastrelle prevalgono le diverse sfumature del giallo.
L’attività scientifica, a differenza della poesia mistica, non rientrava fra gli interessi spirituali di Abdulaziz Khan. Così, continuando la precedente tradizione di mecenatismo nei confronti delle arti, chiamò a corte poeti e teologi. Inoltre, al fine di superare i suoi predecessori, iniziò la costruzione, nella sua capitale, di una madrasa che avrebbe dovuto mostrare quanto di meglio poteva essere fatto a Bukhara sia nel campo dell’architettura sia in quello delle arti decorative.
Quando però i lavori furono portati a termine, ci si rese subito conto che erano necessari ulteriori interventi e restauri, poiché la madrasa era stata costruita in violazione delle proporzioni architettoniche consuete. Inoltre, ad alcuni non sfuggì, nella decorazione dell’edifìcio, l’evidente violazione dei canoni religiosi prescritti. Infatti al posto di un modesto ornamento geometrico, erano stati usati complessi elementi mitologici figurativi, come l’immagine del drago о del mitico uccello Simurg. Negli interni poi erano state realizzate cupole adorne di stalattiti e di complessi pennacchi, oltre che decorazioni dipinte, così alcuni osservatori tendevano a trovare nel mihrab un’immagine umana, mentre altri, negli ornamenti delle pareti e nel decoro a stalattiti, credevano di riconoscere gli occhi di volti peraltro invisibili.
Eppure l’architetto principale Muhammad Salih, il calligrafo Mavlyana Amin e suo figlio, così come l’autore dei mosaici Mim Hakan bin-i Khoja Muhammad Amin avevano seguito schemi e tecniche ed usato motivi nel pieno rispetto della tradizione.
In realtà la struttura generale della madrasa è del tutto tipica di Bukhara, anche se la sua pianta viene arricchita, nel cortile, con angoli tagliati, con nicchie di forma semiottagonale negli ayvan e con la complessa disposizione di hujra aggiuntive che si sviluppano dietro gli ayvan laterali, tutte innovazioni che comunque non alterano sostanzialmente lo schema originale.
Sono interessanti anche le migliorie apportate alle hujra, che vengono completate con piccoli camini, soppalchi e nicchie nei muri da usare sia per dormirvi sia per riporvi vestiti e stoviglie.
Nonostante la complessità strutturale evidente nella pianta e l’altrettanto evidente violazione delle proporzioni tradizionali, gli sforzi compiuti dagli architetti non possono essere considerati inutili, poiché essi riuscirono a raggiungere pienamente il loro obiettivo principale, che cioè la madrasa avesse un aspetto imponente, solenne, bello ed anche insolito.
Stranamente però gli abitanti di Bukhara, per vari motivi, si rifiutarono di studiare in questa madrasa, persino gratuitamente, e ciò ebbe come conseguenza il progressivo decadimento dell’edificio.
Infine, a causa di alcune costruzioni successive erette troppo vicino al monumento, la parte destra della madrasa crollò.
INDICAZIONI DI METODO:
1. Durante la visita, disporre il gruppo in modo tale che la facciata centrale sia chiaramente visibile;
2. Compiere un’analisi artistica ed architettonica del monumento sottolineando le novità tecniche impiegate per la decorazione e per la scelta dei colori;
3. Fornire ai turisti le necessarie informazioni storiche su Abdulaziz Khan ed il periodo di costruzione della madrasa;
4. Mostrare gli interni della moschea e della darskhana,
5. Mostrare la disposizione degli ayvan e delle hujra nel cortile;
6. La spiegazione della guida deve durare circa 20 minuti;
7. Lasciare ai turisti almeno 15 minuti per le visite individuali e le fotografìe.
Compilato da: Abdunabieva D.A. – Capo specialista del dipartimento per la coordinazione degli studi educativi e metodologici dell’Istituto dello sviluppo del turismo.
Tradotto da: Raymanov A.
Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo
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