Nella makhalla Kilichmozor del distretto di Jalakuduk nella regione di Andijan, c’è un luogo venerato associato al nome del comandante arabo Qutayba ibn Muslim, ovvero Abū Ḥafṣ Qutayba b. Abī Ṣāliḥ Muslim al-Bāhilī.
Di lui tra il popolo locale si sono diffusi vari miti e leggende. La gente del posto e i viaggiatori visitano spesso questo posto. Qui cresce un antico olmo, presumibilmente ricordando il tocco di Qutayba ibn Muslim. Secondo la leggenda, il succo che gocciola dal tronco dell’olmo dona alla persona vigore, forza e salute. Pertanto, il luogo e’ visitabile da tanti pellegrini.
Fino ad ora, uno dei personaggi storici che ha provocato varie polemiche è proprio Kuteiba ibn Muslim. Allora chi è questo personaggio che ha lasciato un segno nella storia?
Secondo lo storico Muhammad Narshakhi, Qutayba ibn Muslim ibn Umar ibn Khusseyn ibn Robiya ibn Khalid ibn Ussayd al-Haid nacque nel 661 in un luogo chiamato Sham chiamato Boksili. Veniva dalla tribù araba di Bakhili. Quando era ancora un giovane, Qutayba attirava l’attenzione degli altri con il suo coraggio e la capacità di condurre una guerra ben costruita in termini di strategia. Era un importante sovrano arabo che, grazie alle sue capacità organizzative e abilità militari, fu nominato governatore del Khorasan nel 704.
Khorasan, il territorio attuale nella parte orientale dell’Iran, era in quegli anni l’ultima roccaforte del califfato. Qutayba ibn Muslim era il principale organizzatore ed esecutore delle conquiste arabe in Asia centrale. Il suo governatorato fu letteralmente costellato di successi militari che ampliarono molto a oriente le frontiere dell’Islam. Ha ottenuto un fantastico successo conquistando Maverannahr. La strada per l’Asia centrale attraversava il fiume Amu Darya, che per lungo tempo rimase la linea di demarcazione tra il territorio del Califfato e le terre che non vi erano incluse. Nel 708 Kesh fu conquistata, Bukhara nel 709, Khorezm e Samarcanda nel 712, Chach (Tashkent) nel 713. Nel 714, le sue truppe conquistarono la Valle di Fergana.
L’islamizzazione di queste regioni è associata al nome di Qutayba ibn Muslim. Si è iniziato da Bukhara. Le preghiere del venerdì iniziarono a tenersi con la partecipazione di abitanti di Bukhara appena convertiti che non conoscevano il rito e le parole delle preghiere – per eliminare questo, l’interpretazione del Corano è stata eseguita in farsi, il rituale è stato spiegato nella stessa lingua.
Alla fine della sua vita, fu il sovrano di Maverannahr per 13 anni e fu ucciso dai infedeli all’età di 48 anni.
Secondo una versione, fu ucciso a Khorasan, secondo un’altra – nel 715 a Fergana. Queste informazioni non si contraddicono a vicenda, poiché la Valle di Fergana era allora parte dello stato di Khorasan. In Asia centrale, ci sono diverse tombe di Qutayba ibn Muslim. Non si sa quale sia quella reale.
Secondo le leggende, il mausoleo di Kuteiba fu restaurato dagli architetti di Samarcanda per volere di Amir Temur. Il mausoleo era enorme e si estendeva su 5 acri di terreno, era alto, raggiungendo un’altezza di 20 metri. Tuttavia, in epoca sovietica, nel 1935, durante la propaganda antireligiosa, fu distrutto. Durante gli anni dell’indipendenza, il mausoleo e’ stato nuovamente restaurato. Oggi è un piccolo edificio in mattoni con un ampio ingresso a sesto acuto sporgente in avanti. Si distingue per una piccola muratura decorativa che corre lungo la parte inferiore e superiore della facciata principale.
Data la popolarità di questo mausoleo tra i musulmani, le autorità locali hanno recentemente iniziato a migliorare il territorio dei pellegrini.
LA MOSCHEA DEVONABOY
La moschea Devonaboy, situata nella parte vecchia (Esĸi Shahar) di Andijan, è una delle più importanti e più frequentate strutture di culto di tutta la città.
La moschea con un alto minareto accanto fu costruita da un ricco mercante Devonaboy, negli anni ’70 dell’Ottocento, e originariamente svolse ruolo di una moschea di quartiere, chiusa nel 1928. Però nel 1950 la moschea è stata riaperta per dopo diventare l’unica funzionante in tutta la città e incontrare la rinascita post-sovietica della vita religiosa, come “la prima tra i pari”.
L’edificio originale della moschea praticamente non si è conservato. Ma grazie alle fonti storiche noi sappiamo, che fu una costruzione rettangolare a due piani con quattro minareti angolari ed il portale centrale rivestito di maiolica con vari ornamenti tradizionali e calligrafie arabe. La struttura fu coperta di una grande cupola e aveva delle colonne all’interno.
L’attuale facciata della moschea Devonaboy viene eretta nel 2005-2011 e nella sua costruzione sono stati coinvolti i migliori artigiani del paese. L’ingresso alla moschea è realizzato in forma di un chartak a cupola. Alla ricostruzione del monumento, effettuata sotto la supervisione dell’Imam Muhammad Sodiĸ Kori, hanno contribuito vari enti di beneficenza e la comunità musulmana. Oggigiorno la moschea potrebbe ospitare circa cinquemila fedeli.
Nel nuovo e finemente decorato portale sono state rigorosamente rispettate tutte le proporzioni, che sottolineano ogni dettaglio dell’ornamento.
Per la decorazione della parte esterna dell’edificio sono stati usati i mattoni finemente intagliati. Nella gamma di colori delle mattonelle decorative prevale il turchese-azzurro.
Su entrambi i lati del portale centrale si ergono gli alti minareti poliedrici, coperti delle piccole cupole nervate. I minareti e la moschea sono decorati in stile orientale. Sono molto originali anche le grate intagliate, che coprono le finestre. Durante la costruzione della moschea, Andijan è riuscito a mantenere la fama della città con i minareti più alti di tutta la Valle di Fergana.
A circa un chilometro dalla moschea Devonaboy, in un mahalla si trova un’altra piccola e interessante moschea – la Oq-machit (“Moschea Bianca”). Secondo gli abitanti del quartiere la moschea fu fondata più di 500 anni fa, però il suo aspetto attuale è molto più recente, di 125 anni fa. Ormai il monumento è diventato un’abitazione.
MOSCHEA DI OTAKUZI KHODJA – L’ARTE DELLA SEMPLICITÀ
Uno degli edifici più magnifici dell’inizio del XX secolo, la Moschea Otakuzi Khoja, è stato conservato quasi nella sua forma originale nel distretto di Pakhtaabad della regione di Andijan.
Attualmente ci sono diverse fonti sul nome della moschea, una delle versioni dice che la moschea fu costruita da un uomo ricco di questa regione, che invitò i migliori maestri a costruirla, tra cui il famoso architetto di quel tempo Kirghizbai.
Sono molto interessanti l’architettura dell’edificio, i passaggi a più livelli dei minareti. Le cupole hanno una forma particolare, a prima vista sembra che questa sia una continuazione del minareto, ma se guardi da vicino, puoi vedere un netto passaggio alla cupola con finestre.
Anche i minareti attirano l’attenzione con la loro opera laterizia, un motivo geometrico in cui sono visibili le iscrizioni calligrafiche. Le torrette sono realizzate con una particolare grazia, l’ornamento in mattoni sulle colonne dei minareti aggiunge alla struttura eleganza festiva.
La parte superiore delle cupole è in metallo e decorata con interessanti ornamenti. L’interno della moschea è abbastanza spazioso; su ogni lato del centro del cortile ci sono hujra – sale di studio, di piccole dimensioni. Quisi tutte le porte sono state sostituite con delle nuove. La parte interna delle pareti rappresenta la muratura, senza l’uso di piastrelle di ceramica, si possono vedere rari ornamenti negli angoli della stanza.
La parte interna delle cupole della sala converge sul soffitto con mattoni a forma di due trapezi e due triangoli.
La moschea è stata realizzata utilizzando una tecnologia diversa, infatti, senza le carcasse di legno, e senza il soffitto a più livelli.
La particolarità di questa moschea è che qui hanno cercato di risparmiare spazio e creare un’atmosfera più fresca. In precedenza, un fossato di irrigazione (l’arik) attraversava il cortile aperto. Successivamente si decise di bloccarlo e realizzare un’enorme sala di preghiera, coprendo l’acqua corrente del fosso d’irrigazione.
Questa moschea è in realtà l’unica in cui si puo’ vedere una tale combinazione: l’edificio della sala di preghiera e l’acqua fresca che gorgoglia sotto di essa.
Il soffitto è decorato secondo la tradizione degli artigiani della Valle di Fergana: cassettoni multilivello, dipinti a colori vivaci in rosso, verde, blu e altri colori.
Su uno dei dettagli del soffitto, si vede un’antica iscrizione in caratteri arabi: 1333 dell’Egira. Ciò significa che il dipinto del soffitto fu completato nel 1914-15.
L’antica moschea Otakuzi Khoja si trova lontano dal centro amministrativo, motivo per cui forse praticamente non è visitata dai turisti. I credenti vengono qui per pregare, comunicare tra di loro, ricaricarsi con un’energia speciale, motivo probabilmente per cui la moschea è riuscita a preservare la sua originalità e l’atmosfera insolita che qui regna.
MOSCHEA PONSOD
La moschea situata nella città di Shakhrikhan, a 27 km da Andijan. La moschea si trova nelle vicinanze del mercato locale. É costruita all’inizio del XIX secolo (1845). È costituita da una moschea, una sala per la preghiera e un minareto. È decorata in stile orientale. I muri esterni non sono rivestiti in ceramica, ma durante la costruzione hanno usato uno stile simile ad altre moschee nella Valle di Fergana – iscrizioni calligrafiche realizzati con la messa dei mattoni.
Il portale d’ingresso della moschea è decorato con piastrelle, il portone in legno è intagliato. Sul lato destro dell’ingresso sorge un minareto, dove è stato utilizzato anche lo stile di sporgenza attraverso una fila di mattoni, che rende questo stile speciale e distintivo dalle altre regioni dell’Uzbekistan. Il cortile interno è di forma quadrata; la maggior parte del territorio è occupato dall’edificio della moschea, all’interno della quale è stato conservato il soffitto originario. L’interno è spazioso, grazie alla grande, si crea l’effetto di spazio. La galleria per l’esecuzione di namaz è luminosa e accogliente.
Lungo tutto il perimetro della galleria ci sono colonne ottocentesche che sostengono un soffitto intagliato con bellissimi dipinti. La tecnologia utilizzata nella Val di Fergana, con l’aggiunta della calce finemente macinato alla vernice, ha permesso di preservare la brillantezza del colore, nonché la sua resistenza.
La combinazione di colori del soffitto sorprende per quanto abilmente i maestri locali siano stati in grado di trasmettere la pittura vivente. L’ornamento floreale e il soffitto a più livelli creano anche l’effetto di un soffitto alto.
La mosquée Khalid ibn Walid a été fondée le 23 avril 1991. Elle est située dans la partie centrale la plus animée de la ville d’Assaka, dans la région d’Andijan.