MOSCHEA MAGOKI-ATTARI a Bukhara

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La più antica moschea tuttora esistente, per quanto sconsacrata, a Bukhara è la Magoki-Attori (“moschea nel fossato” о “moschea profonda”), situata nel pieno centro della parte storica della città, vicino al complesso Lyab-i Hauz. Prima della conquista araba, nella zona ove ora si trova la moschea era attivo il mercato dei venditori (“attor”) di spezie ed erbe medicinali.

Dopo la conquista araba, la moschea sostituì un antico tempio ivi preesistente. Nel XII secolo fu intrapresa una seria opera di ricostruzione del monumento durante la quale ne venne rifatta la facciata principale, oggi considerata un vero capolavoro di decorazione architettonica. La moschea Magoki-Attori appartiene al genere delle cosiddette “moschee coperte” ed ha infatti una copertura che, in questo caso, poggia su sei colonne di pietra.

Nel 1930, durante dei lavori di restauro, venne liberato dalla sabbia che lo copriva il suo portale meridionale, caratterizzato da una particolare decorazione in mattoni e da ornamenti arcaici in maiolica intagliata.
Attualmente è possibile vedere il peshtak originale, che sporge leggermente dalle mura perimetrali ed ha la forma di due torri angolari che reggono un arco centrale. Gli angoli della nicchia del portale sono ricchi di decorazioni a forma di stalattite. Come reminiscenza dell’architettura pre-islamica si possono notare un paio di colonne a un quarto inserite nel peshtak e ricoperte con elementi decorativi “a fiocchetto”, tipici dell’arte pre-mongola. Tra i motivi ornamentali vi sono anche fasce formate da meandri intrecciati e catene di cerchi, entrambi elementi caratteristici dei monumenti dei secoli X-XII.

Durante gli scavi venne riportata alla luce la facciata della moschea, che era coperta da uno strato di quasi 4,5 m di terra, il che permise di ammirare nuovamente l’elemento di principale interesse artistico della struttura. Tutta la decorazione architettonica presente nella nicchia del portale, pur nella sua diversità, si armonizza perfettamente, a partire dai mattoni lavorati, che formano vari motivi ornamentali, sino alle piastrelle in terracotta e ad altri elementi parzialmente maiolicati.
Questo portale, creato nel XII secolo, viene tuttora considerato come uno dei più bei frutti dell’architettura di Bukhara.
Nel XII secolo vi erano anche in molti altri luoghi del mondo islamico moschee con una sala principale più bassa di 1,5-2 m rispetto al livello del suolo. Come dimostrano gli scavi, già nel IX secolo, nell’area in cui oggi sorge la Magoki-Attori, venne eretta una prima moschea il cui tetto era sostenuto da quattro pilastri. Purtroppo, durante l’incendio del 937, le fiamme, dalla zona delle porte settentrionali di Bukhara arrivarono sino alla moschea Mokh, che “prese fuoco e fu distrutta”.
Nel XII secolo fu eretto, seguendo lo stesso schema, un altro edificio, che però dopo tre secoli crollò, ma non interamente. Sopravvisse infatti il suo portale meridionale. La rinascita della moschea va collocata negli anni 1546/7, data presente in una iscrizione posta sul portale orientale che conduce ad una sala sotterranea già con non quattro ma sei colonne. Nel XVI secolo Magoki-Attori svolse la funzione di piccola moschea di quartiere ma già allora, come ancor più in seguito, l’edifìcio mostrava la confusa sovrapposizione di vari strati costruttivi e culturali, al punto che la facciata principale del XII secolo era completamente coperta di terra.
Uno storico del X secolo, Narsakhi, testimonia che qui un tempo sorgeva una moschea chiamata “Mokh” (della Luna) costruita sui resti di un tempio zoroastriano. È però più probabile che si trattasse di un tempio (pagano?) dedicato alla divinità della Luna, Sin, protettrice dei popoli nomadi poiché proprio la Luna ne illuminava il cammino durante i trasferimenti notturni. Sappiamo inoltre che nella piazza davanti alla moschea, due volte all’anno, alla presenza del sovrano, veniva organizzato un mercato di idoli di legno e di argilla. Secondo alcune ipotesi, questo culto sarebbe stato importato a Bukhara ed arricchito da parte delle popolazioni nomadi locali con l’inserimento di alcuni nuovi elementi cultuali.
Attualmente in questo straordinario edifìcio si trova un museo di storia del tappeto.
In esso sono esposte tutte le principali tipologie tradizionali di tappeti centroasiatici. Nei secoli XIX-XX divennero assai famosi in quest’area i prodotti delle tribù uzbeche Mitan, Yuz, Kurama e Naiman. Le origini della manifattura di tappeti risalgono al II-III secolo circa. Nell’oasi di Bukhara questa attività, che veniva tramandata di generazione in generazione, venne, come noto, portata ad un elevatissimo livello qualitativo.
La collezione del museo comprende più di un centinaio di esemplari: tappeti a pelo basso (corto) о “gilam”, a pelo lungo о “julhirs”, khurdzhin о bisacce, joinamoz o tappetini da preghiera, prodotto in feltro e tappeti da pavimento, tutti realizzati con tecniche e colori diversi.
Le decorazioni sono costituite da simboli tribali, composizioni araldiche con vari animali ed uccelli, motivi geometrici e floreali. Tutti questi elementi, proprio nella loro grande varietà ci permettono di conoscere a fondo un’altra ricca pagina della storia della nostra regione.
La moschea Magoki-Attori è uno dei rarissimi monumenti del XII secolo conservatisi sino ai nostri giorni.

ISTRUZIONI DI METODO:
1. Prima di iniziare le spiegazioni è opportuno disporre il gruppo in modo tale che siano chiaramente visibili sia il portale sia le cupole della moschea;
2. Per mostrare le iscrizioni poste sull’arco del portale e le decorazioni in mattone, si deve scendere la scalinata ed arrivare dal livello stradale a quello dell’edifìcio;
3. Se previsto dal programma, dopo aver parlato del museo, si entra nel suo interno;
4. Se la visita del museo non è compresa nel programma ma c’è tempo sufficiente a disposizione, è possibile compiere questa visita, avvisando però i turisti che è richiesto un pagamento a parte;
5. La spiegazione della guida deve durare circa 20 minuti;
6. Lasciare a i turisti almeno 15 minuti per visite e autonome e fotografìe.
Compilato da: Abdunabieva D.A. – Capo specialista del dipartimento per la coordinazione degli studi educativi e metodologici dell’Istituto dello sviluppo del turismo.
Tradotto da: Raymanov A.
Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo
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