Sarmishsay Gorge a Navoi

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TRATTO DI SARMISHSAY SITO DI ARTE RUPESTRE DI SARMISHSAY

Uzbekistan
Viaggio in Uzbekistan

Sarmyshsay è un tratto che si trova sul versante meridionale della Karatau, 40 km a nord-est della città di Navoi. La catena Karatau è una degli speroni delle montagne di Nurata. A sud della cresta si trova la valle di Zerafshan.  

La natura di Sarmyshsay è ricca di vegetazione, vi si trovano alberi e piante di diverse essenze. Il tratto di Sarmyshsay è anche una riserva naturale: sul suo territorio sono registrate più di 650 specie di piante. La Lista rossa dell’Uzbekistan comprende il cobra dell’Asia centrale, diverse specie di aquile, l’avvoltoio monaco (Aegypius monachus) e la pecora selvatica (Ovis ammon).

Il tratto di Sarmyshsay è il più grande e importante sito naturale, famoso per le immagini incisioni rupestri non solo in Uzbekistan, ma anche in Asia centrale. 

Il sito di Sarmysh chiamano una «sensazione storica e paesaggistica dell’Uzbekistan» grazie alle inicioni rupestri, dette anche petroglifi (dal greco petros – pietra e glifo – intaglio), sono segni scavati nella roccia con strumenti appuntiti di vario genere. Il tratto di Sarmyshsay divenne noto come la più grande “galleria d’arte” in pietra sulla Terra. La dimensione del territorio della “galleria” Sarmyshsay è enorme, di 20 km q, su cui è stato conservato il complesso storico e culturale dei monumenti del mondo antico e medioevo.

Il sito comprende un’area di riserva con antichi incisioni rupestri, i luoghi dove erano laboratori per la lavorazione della selce, miniere, insediamenti, sepolcri, tumuli funerari. Più di 5.000 incisioni rupestri sono state trovate sulle pietre nere lungo l’intera gola di 2,5 km e il numero totale di loro supera le 10.000 immagini. Le pitture rupestri sono testimoni viventi delle fasi dell’evoluzione della flora e della fauna della zona. Ovviamente è così che sono nati i primi elementi dell’arte della pittura. Alcune delle immagini sono scolpite sulle rocce, alcune sono dipinte con i vernici a base di ocra. Si ritiene che questo luogo sia dovuto al fatto che nella parte alta della gola anticamente c’erano santuari e luoghi sacrificali. Le immagini più antiche di tori uri (Bos primigenius) sono state realizzate nel VII-II millennio a.C. 

L’eta’ del primo Ferro (IX-II secolo a.C.), che qui è associata alla vita delle tribù Saci (o Saki) e Sciti, antichi gruppi di popolazioni, è rappresentata da immagini di cervi, capre, cammelli, cavalli e cavalieri, scene rituali e di caccia. L’abbondanza dell’acqua e il successo della caccia a capre di montagna, cervi, mufloni e tori selvatici che venivano verso abbeveratoio dal deserto, molte grotte adatte allo svernamento, ovviamente rendevano la vita della gente antica relativamente confortevole, preparando le condizioni per il passaggio alla vita stanziale, al lo sviluppo della coltivazione del terreno e lavorazione dei metalli.

I culti primitivi, a quanto pare, allo stesso tempo iniziarono a trasformarsi in una visione del  mondo religiosa. Gli ultimi petroglifi immagini medievali (fino al XV secolo) rappresentano sia realta’ della vita quotidiana pastorale e agricola, sia testi arabi che raccontano la vita dei dervisci. I segni sono scavati sulle superfici verticali, a volte orizzontali, intervallati da scisto e calcare, e hanno un grande valore artistico. Tra le gallerie naturali di arte preistorica in Uzbekistan, il tratto di Sarmysh della regione di Navoi occupa il primo posto, è un tuffo nella preistoria del territorio. L’insediamento rupestre del tratto di Sarmyshsay rappresentano un archivio unico, una sorta di “enciclopedia”, che contiene informazioni sulla vita, la storia e la cultura dei nostri  antenati. Dagli anni ’60 del secolo scorso il sito ha attirato l’attenzione di ricercatori e archeologi di tutto il mondo. Tutte le pitture rupestri trovate nella gola di Sarmysh differiscono per periodo, trama, stile e tecnica di esecuzione. Stabilire l’età dei petroglifi è la questione più difficile. Tutte le periodizzazioni note dello sviluppo dell’arte rupestre sono ridotte a due schemi principali: archeologico, che rientra nelle fasi di sviluppo della società antica, e storia dell’arte, che considera principalmente lo sviluppo dell’arte in generale.
Gli archeologi hanno potuto avvicinarsi alla soluzione dei problemi di datazione dei petroglifi analizzandone le caratteristiche principali: stile, immagini realistiche, tecnica di esecuzione, dimensioni, contenuto, topografia e grado di sovrapposizione con “abbronzatura” rocciosa. “L’abbronzatura” del deserto, o abbronzatura rocciosa, è una patina, un deposito simile alla vernice che si forma sulle rocce nel tempo. È noto che nel clima dei deserti caldi, le superfici esposte delle rocce sono ricoperte da pellicole di ossidi di ferro, manganese e altri elementi. L’insieme delle caratteristiche che possiedono i petroglifi di Sarmysh ha permesso di dividerli in “gruppi dell’ età”. I primi disegni furono creati intorno al nono e settimo millennio a.C.   e rappresentano cacciatori primitivi con gli animali selvatici e predatori. I petroglifici recenti rappresentano le scene rituali e quotidiane della vita degli antichi tra le quali vi sono tanti animali domestici: cani, pecore, cammelli. È anche sorprendente che nei disegni si possano vedere cammelli a tre gobbe.  Vi sono anche disegni misteriosi: figure dall’aspetto astratto, la cui origine non è stata ancora interpretata. Si presume che questi segni abbiano una sorta di culto o significato religioso. Un posto speciale tra le incisioni rupestri della gola è occupato dalle immagini dei cosiddetti “alieni spaziali”, figure umane a due teste nelle tute spaziali. Gli ufologi sono sicuri che sono immagini di alieni! I loro avversari presentano una contro-teoria: la “seconda testa” simboleggia una corona reale, scavati da un artista antico con uno strumento appuntito di pietra o bronzo, poiché i disegni che raffigurano persone a due teste in tute spaziali hanno un’altra caratteristica: evidenizzate caratteristiche sessuali. I ricercatori hanno stabilito che nelle culture primitive e antiche associavano un’immagine esagerata della dignità maschile con simboli di potere, il che significa che sulle rocce sono raffigurati i capi tribali, i capi dei clan o dei sacerdoti. Inoltre, tra le incisioni rupestri sono presenti carri da guerra, “uomini danzanti”, simboli rituali.
I ricercatori che studiano pitture ed incisioni rupestri nel tratto di Sarmysh affermano di non aver mai incontrato disegni ripetute o identiche. Ognuno di loro è unico e, come un mattone di un grosso edificio, è incorporato nello schema generale dell’antico sviluppo dei popoli dell’Asia. C’è molto di sconosciuto nell’arte rupestre.  Ma, passando con la mano sulla superficie della pietra, toccando la storia, si capisce che i petroglifi sono solo gli immagini realizzati sulla natura, nonchè rappresentano il mondo reale, rielaborato dalla coscienza umana, associato a un culto, religione, credenze e riti, la visione del mondo delle persone, con grande voglia di svelarla e comprenderla.
Dal 1987, un ricercatore presso l’Istituto dell’Archeologia, M. Khuzhanazarov ha scoperto più di 30 nuovi siti delle incisioni rupestri nei distretti di Khatyrchinsky, Nuratinsky e Navbakhor della regione di Navoi, è stata raccolta un’enorme quantità di materiale e sono stati pubblicati numerosi articoli e monografie. Attualmenete, i ricercatori dell’Istituto di Archeologia dell’Accademia delle scienze della Repubblica dell’Uzbekistan, in collaborazione con i partner stranieri, hanno praticamente completato la mappatura con le posizioni dei siti dei petroglifi e monumenti archeologici ed hanno definito i confini delle zone protette.
Nel 2004, Sarmyshsay ha preso lo status di riserva-museo del paesaggio naturale storico e culturale. Questa disposizione è stata approvata dal municipio (khokimiyat) della regione di Navoi, sul cui territorio si trova uno dei più grandi monumenti di arte rupestre dell’Uzbekistan. Nel periodo 2004-2005, durante la ricerca sul posto, è stata completata la mappa archeologica del complesso, compilata nel 2003 dal gruppo dei ricercatori di nome “Sarmysh”. La nuova mappa è stata realizzata utilizzando il sistema di posizionamento GPS. I nuovi dati ottenuti cambiano in modo significativo l’idea della grandezza del complesso dei siti archeologici nella valle di Sarmyshsay e consentono di determinarne, in generale, la sua struttura, nonché l’ubicazione di petroglifi e altri monumenti delle montagne del Karatau nel loro contesto naturale e archeologico.

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