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L’unico edifìcio di Bukhara che ci ricorda il grande scienziato, matematico ed astronomo Mirzo Ulugbek è la madrasa che porta il suo nome, la cui costruzione venne iniziata nel 1417. I suoi architetti, Najmid-Din Bukhari e Ismail Isfagani erano i migliori dell’epoca. I loro nomi sono immortalati sul timpano del portale.
La facciata della madrasa acquista particolare rilievo grazie ad un peshtak fatto ad arco, incorniciato da un torciglione, elemento tipico del XIV secolo. Gli angoli della facciata reggono due torri rotonde e lo spazio fra le torri e il portale è occupato da archi a due piani. Successivamente, su questo modello vennero costruite anche le altre madrase dell’Asia Centrale.
Molto elegante è la decorazione in mattonelle smaltate della facciata esterna e di quella interna, che si compongono in motivi geometrici ed iscrizioni in calligrafia kufìca. Tuttavia la parte decorativa in mosaico e maiolica è, nel suo complesso, abbastanza modesta. Bisogna però dire che pochi elementi originali del XV secolo sono arrivati sino a noi, poiché già nel corso di una grande ristrutturazione risalente al 1585, la parte del rivestimento iniziale in maiolica, già allora mancante, venne sostituita da altre piastrelle dall’aspetto un po’ grossolano.
Può essere definita un dettaglio architettonico particolare la porta della madrasa, decorata con raffinati ornamenti di legno intagliato. Nella sua parte superiore si legge un hadith (un detto del profeta Maometto):” l’aspirazione alla conoscenza è dovere di ogni musulmano e musulmana”, mentre sulla lastra di bronzo che veniva usata per bussare alla porta, si legge un’altra frase significativa: “che siano sempre aperte le porte della grazia di Dio per coloro che sono pieni della saggezza di libri.”
Il percorso di ingresso alla madrasa si biforca in due corridoi trasversali: da un lato si trova la darskhana (aula), dall’altro la moschea. Al primo piano un tempo vi era anche una biblioteca.
L’elemento più interessante del mion-saray è il suo soffitto. Qui gli architetti crearono una serie di basse cupolette a 12 sfaccettature con decorazioni “a ragnatela” in mattoni lucidati e l’inserimento di piastrelle blu e azzurre. Questa tecnica in seguito venne ripresa nella madrasa Mir-i Arab ed in alcune altre.
Dal vestibolo i corridoi articolati conducono ad un cortile quadrato con due ayvan circondato da due piani di hujra per gli studenti.
In passato nel cortile vi erano numerose piante, soprattutto alberi ed arbusti. La tranquilla vita monastica ed educativa trascorreva fra preghiere, lezioni nella darskhana e conversazioni all’ombra degli ayvan.
L’aspetto complessivo della madrasa di Ulugbek, con la sua nobile semplicità ed il suo rigore costruttivo, corrisponde pienamente all’idea di “casa della scienza” medievale.
Un tempo le madrase erano i veri centri dell’istruzione pubblica. Infatti, sebbene in esse fossero insegnate soprattutto discipline legate alla religione, vi si studiavano anche filosofìa, logica, retorica, calligrafia, l’arabo e il persiano. Non deve quindi sorprenderci che i più famosi scienziati, poeti e pensatori del Medioevo centroasiatico si siano laureati proprio nelle madrase.
Di fronte alla madrasa di Ulugbek in seguito verrà eretto un altro, più maestoso edifìcio, la madrasa di Abdulaziz Khan. Si formò così un altro complesso “kosh” che seppe brillantemente unire la maestria di due diverse epoche architettoniche, il XV e il XVII secolo.
1. Durante la spiegazione, disporre il gruppo in modo tale che la facciata centrale dell’edifìcio sia chiaramente visibile;
2. Sottolineare l’importanza del processo educativo così come era concepito da Ulugbek leggendo e spiegando le citazioni che si trovano sulla porta di ingresso;
3. Dopo aver parlato della struttura, condurre il gruppo nel corridoio del vestibolo per mostrare i soffitti originali;
4. La spiegazione della guida deve durare circa 20 minuti;
5. Lasciare ai turisti almeno 15 minuti per le visite autonome per le fotografìe.
Compilato da: Abdunabieva D.A. – Capo specialista del dipartimento per la coordinazione degli studi educativi e metodologici dell’Istituto dello sviluppo del turismo.
Tradotto da: Raymanov A.
Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo