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Al lato ovest delle mura fortificate dell’Ichan-kala è adiacente la Kunya-Ark (vecchia fortezza). È la città dentro la città separata dall’Ichan-kala da un alto muro fortificato. L’ingresso nella Kunya-Ark ha la forma di un massiccio portale fiancheggiato dalle due torri- piloni caraterizzate dal vivace ornamento nella parte delle loro cupole. Se le cupole sono rivestite con le monocrome mattonelle di ceramica, i disegni dei loro tamburi sono geometrici e composti dalle mattonelle blu e celesti. Vi è un’arcata nella parte alta del portale caratterizata dalla kungra. D’altronde, tutto il muro fortificato dell’Ichan-kala è rifinito con tale merlatura.
Nel vano ad arco d’ingresso sono installate le eleganti porte in legno intagliato.
Le porte della fortezza installate nel cieco muro del lato est costituiscono l’unico ingresso nella cittadella. Le massicce porte intagliate accompagnano nella interna galleria ad arco lunga 6.8 m cui lati sono occupati dai locali della guardia (karaul-khana). Si tratta delle stanze con le piatte nicchie ad arco situati lungo i lati.
Nella sua planimetria la Kunya-Ark rappresenta un irregolare rettangolo scostato verso il lato nord-sud lungo il muro dell’Ichan-kala. Dal lato ovest la fortezza è adiacente al muro fortificato dell’Ichan-kala in cui mezzo si innalza un colle con i resti delle khudjra (celle) di Ak Sheikh-bobo oppure Ak-shikh-bobo. Secondo le descrizioni di contemporanei, lo spazio vuoto attualmente presente in mezzo alle porte d’ingresso di Kunya-Ark e alla sala di ricevimenti dei khan (kurinish-khana) fu fittamente occupato dalle costruzioni raggruppate intorno ai tre piccoli cortili.
Il primo cortile, adiacente all’ingresso, fu destinato agli ambasciatori in attesa dell’accoglienza, mentre nel secondo cortile sugli affusti tenevano le armi. Nel terzo cortile, invece, si sedeva il divan del khanato (consiglio).
Vicino all’ingresso vi furono le scuderie, magazzini e laboratori.
Dalla originaria fitta planimetria di Kunya-Ark oggigiorno si conservano alcuni gruppi di costruzioni: – le porte est con i locali della guardia; – la prigione-zindan adiacente esternamente all’ingresso; – il colle di Ak-shik-bobo usato in qualità della torre di avvistamento e polvereria; – la kurinish-khana – il cortile dei ricevimenti di gala e la cancelleria; – la zecca con accanto una moschea estiva e un’altra invernale; – l’harem.
La data dell’inizio della costruzione è la fine del XVII s.. Secondo le informazioni dello storico Munis, il palazzo fu avviato su ordine di Arang-khan, figlio di Anush-khan. Ma nella metà del XVIII s. fu distrutto durante la devastazione inflitta dall’esercito iraniano.
Il complesso di palazzo Kunya-Ark come lo vediamo oggi, fu costruito all’inizio del XIX s..
La kurinish-khana
La struttura attualmente visitabile fu costruita nel 1804-1806 su ordine di Iltuzar-khan nel periodo di notevole fioritura nell’edilizia a Khiva quando la città assistette al rinnovo delle costruizioni fatiscenti. Il rivestimento in maiolica dell’ayvan della kurinish-khana fu effettuato negli anni del governo di Alla-kuli-khan (1825-1843).
Il prototipo dell’aspetto architettonico della kurinish-khana può esser considerata la tradizionale architettura dell’edilizia abitativa di Khiva. Le costruzioni sono raggruppate intorno al cortile che rimane all’aperto. Il lato sud della kurinish-khana è occupato dalla sala di trono a forma di un profondo ayvan sorretto dalle due colonne in legno intagliato, mentre il lato ovest è occupato dalle costruzioni a due piani quali la tesoreria del khanato, il deposito dei manoscritti e i locali di riposo. Nell’angolo nord-ovest del cortile vi è un corridoio dal quale si accede all’harem e sul colle di Ak-shikh-bobo. In mezzo al cortile vi è un apposito rialzo per il montaggio della yurta che i khan fecere usare per i ricevimenti dei vicini nomadi.
I muri del cortile sono privi di alcun rivestimento, ma in compenso è interamente rivestito nelle piastrelle maiolicate di color blu-bianco-celeste, dal pregevole ornamento geometrico e vegetale, l’ayvan della kurinish-khana sorretto dalle colonne in legno intagliato sui basamenti in marmo. Sul basamento a sinistra sono incise le poesie di Ogakhi, lo storico e poeta corasmiano, sui giudici giusti ed ingiusti.
Il muro ovest del locale interno della sala del trono ha la forma di una nicchia dove è sistemato il trono dei khan di Khiva. Mentre il muro di fronte dispone di una lunga serie delle piccole nicchie in gesso intagliato installateci appositamente per l’esibizione di stoviglie in porcellana e altri oggetti piccoli. Una di nicchie si distingue per le dimensioni più grandi ed è destinata all’accoglienza del libro più sacro dei musulmani – il Corano.
Le pareti della sala del trono originariamente furono rivestite in candidi stucchi intagliati. Oggigiorno la sala del trono è stata dipinta in colori vivaci.
L’originale del trono dei khan di Khiva si conserva attualmente a Mosca, nell’Armeria. Il trono è stato realizzato nel 1816 da Magomet, l’artigiano di Khiva. La carcassa è in legno ed è rivestito in lamine d’argento con finissimo ornamento in cesellatura.
I soffitti della interna sala del trono e dell’ayvan sono invece dipinti. Nel 1934 da parte del maestro Ruzmet Masharipov fu effettuato il lavoro di restauro dei soffitti sia dell’ayvan sia della sala del trono in base al dipinto del maestro popolare Abdulla Baltaev.
La zecca fu fondata ai tempi del governo di Mukhammad Rakhim khan I (1806-1825). Essa fu costruita all’interno del complesso delle strutture della mochea estiva ed invernale. Il complesso è composto dalle strutture di volume diverso raggruppate intorno ad un piccolo cortile. A est e ovest il complesso è limitato dai muri ciechi dell’harem e della Kunya-Ark. Nella parte sud del cortile vi è un piccolo ayvan semiaperto maiolicato che svolge il ruolo di una moschea estiva che sicuramente domina su tutta la composizione del piccolo cortile.
La spaziosa sala della moschea invernale priva di qualsiasi decorazione, presenta una sala quadrata con il solaio a travi sorretto da 4 colonne ricoperte da semplici intagli.
Oggigiorno l’interno di questa sala accoglie il museo della Storia della Corasmia.
L’edificio della zecca, costruito nell’angolo nord-est, è privo di una particolare espressività architettonica. Attualmente la zecca è occupata dall’esposizione delle monete e di altre banconote della Corasmia coniate nelle epoche diverse, a partire dai periodi piu’ antichi ai periodi più moderni. In un altro locale della zecca sono esposti gli attrezzi di lavoro dei coniatori delle monete e c’è la possibilità di assistere ad un video filmato sulla realizzazione delle monete.
L’harem della Kunya-Ark fu costruito ai tempi di Mukhammad-Rakhim-khan II. È situato nella parte settentrionale della Kunya-Ark. Il cortile è allungato dall’ovest all’est ed è fittamente coperto di costruzioni abitative – gli ayvan, sorretti da una colonna sola, che dietro di loro nascondono le stanze ad uno e due piani. La stanza dei khan è notevolmente più grande delle altre tre che appartenevano ai tempi alle loro mogli.
Una forte macchia colorata nel cortile è indubbiamente l’ayvan della moschea estiva sorretto da due file delle alte colonne lignee. Le colonne son prive di alcuna decorazione e sono appoggiate sui basamenti in marmo. Le pareti della moschea, il mikhrab, il minbar e in più i piloni che fiancheggiano i lati, sono rivestiti in piastrelle maiolicate da complessi disegni vegetali. Il soffitto è alto e dipinto in blu, verde e rosso.
Il soffitto della moschea è fatto alle travi trasversali a cassettoni. Tutto il soffitto è rivestito in pitture dorate.
Il minbar (il pulpito), situato in un angolo dell’ayvan, è altrettanto rivestito in piastrelle maiolicate. Le sagome dei due piloni che si innalzano fiancheggiando i due lati dell’ayvan – detti guldasta- rafforzano notevolmente la scelta dei propri colori. I piloni sono coronati da piatte cupolette appoggiate sui capitelli a stalattiti. Fra i disegni prevale quello vegetale detto islimi.
Il rivestimento dell’ayvan della moschea estiva è stato realizzato dagli artigiani della corte di Khiva – Abdulla Djin ed Ibadulla.
Sotto il soffitto della moschea estiva, nel fregio maiolicato, sono state riportate le poesie in persiano che contengono una scritta contenente la data dell’avvio della costruzione della moschea nel 1838 su ordine di Alla-kuli-khan.
Ak –sheikh-bobo (ХVII- ХVIII ss.)
Le leggende identificano questo “uomo santo” con il maestro dello sheikh Mukhtar Vali (XIV s.). Si suppone che i resti della struttura in mattoni crudi sul colle servissero come la khudjra alllo sheikh-eremita Ak-sheikh-bobo, e soltanto nel periodo successivo venissero usati in qualità della torre di avvistamento della fortezza Kunya-Ark.
La torre è alta 11 metri (prima dei lavori di restauro).
C’è la possibilità di salire sulla torre e contemplare la vista della città antica dall’altezza del volo di uccelli.
1. Sistemare il gruppo in modo tale da poter inquadrare con lo sguardo tutto il muro fortificato insieme alle porte d’ingresso per poter sottolineare la vasta superficie della Kunya-Ark. 2. Avvicinarsi alle porte e prestare l’attenzione dei turisti la complessità dei profondi intagli su più rilievi. 3. Dopo aver attraversato le porte d’ingresso dimostrare la planimetria dei cortili usando le piante dal “Portafoglio della guida”. 4. Accompagnare il gruppo in uno dei cortili considerando la quantità dei turisti dentro. 5. In base alle preferenze dei turisti è possibile salire al punto più alto della Kunya-Ark – il colle di Ak-shikh-bobo (a pagamento extra). 6. Il tempo della visita guidata non deve superare i 25 minuti di tempo. 7. Rilasciare ai turisti non meno di 20 minuti di tempo per la visita autonoma e le foto.
L’autore del testo: Allayarova E., la guida della categoria superiore.
Il traduttore: Sattarova T., la guida della prima categoria.
Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo