IL COMPLESSO COMMEMORATIVO DI KHODJA AKHROR

5
(458)

La fondazione di questo complesso è strettamente legata all’attività di Khodja Akhror, capo dell’ordine religioso “nakshbandiya” nella seconda metà del XV ss..

Khodja Akhror nacque nel 1404 in Boguston, un villaggio in montagna, vicino a Tashkent. Khodja Akhror non è il nome proprio dell’islamista, ma attribuitogli da parte della gente quando raggiunse l’età matura. Il nome proprio fu Khodja Ubaydulla.

Per la prima volta Khodja Akhror visitò Samarcanda nel 1426, all’età di 22 anni. Il motivo del suo arrivo furono gli studi. Allora la città fu famosa come il centro della vita religiosa e culturale dell’Oriente. Ma non furono le scienze esatte ad aver atratto Khodja Akhrar quanto i luoghi sacri. Egli visitò diverse volte Shakh-i Zinda dove secondo una leggenda si trova la tomba del famoso Kussam ibn Abbas, cugino del profeta Maometto. Visse diversi anni a Bukhara e Herat.

Solo nel 1451, dopo la morte di Ulugbek, scelse Samarcanda come luogo di residenza. Fu il periodo del regno di Abu Said, uno dei rappresentanti della famiglia di Tamerlano. Con il principe Akhmad, uno dei suoi allievi, raggiunse il potere illimitabile e divenne il sovrano di fatto di Samarcanda e il più ricco proprietario terriero nell’impero.
Da alcune fonti scritte scopriamo che la casa di Khodja Akhrar si trovava nel luogo noto come Maturid, mentre la sua attività religiosa veniva svolta in un’altra parte della città. Nel 1455-1456 nel quartiere Suzangaron fu costruita una madrassa, mentre nel quartiere Kafshir egli fece costruire un ottagonale khauz e un khanaka. Ed è proprio in questo quartiere che nel 1490 lo sheikh fu sepolto vicino al cimitero antico Djakerdiz.
Sopra la sua sepoltura fu collocata una pietra tombale in marmo intagliato. Le scritte intagliate su essa riportano la genealogia di Khodja Akhrar, le date della nascita e della morte – anno 805-896 dell’hegira (1404-1490).
Sul portale della madrassa di Nodir Divan-beghi si conserva una parte minima dei resti dei pannelli in marmo dal khanaka di Khodja Akhror.
LA MADRASSA DI NODIR DIVAN-BEGHI
La madrassa di Nodir Divan-beghi costituisce la parte essenziale del complesso architettonico presso il mazar di Khodja Akhrar. Essa rapresenta in sè un esempio brillante di una libera pianificazione con la razionale distribuzione della superficie (le strutture già presenti, il verde, i sistemi irrigui).
La madrassa costruita nel XVII s. su ordine di Nodir Divan-beghi, un esponente di Imamkuli-khan di Bukhara, rappresenta la struttura ad un piano con il cortile costituito da 4 ayvan.
La facciata principale è caratterizata da un portale con la decorazione realizzata in mattonelle smaltate a vetro e i mosaici in kashin. Nella scritta mosaicata sul portale principale della madrassa sono riportate le date dell’avvio dell’edificazione, il 1040 dell’hegira (1630-31) e la completazione, il 1045 dell’hegira (1630-1631) su ordine di ” Nodir Mirzoi Tagay Divan-beghi, figlio del sultano Mirzoi, colui che mette in ordine la fede”. Le scritte, in più, menzionano il nome del capo dei lavori Khodja Khashim e dell’architetto principale Dust Mukhammed.
Il lato ovest della madrassa è occupato da una moschea con una vasta sala quadrata e locali laterali. Il solaio antico di cupola è stato sostituito da travi in legno sorrette da 4 colonne. Le travi, il cassone con le pertiche e le piatte plafoniere abbondano delle pitture della fine del XIX-inizio del XX ss.. Si suppone che la madrassa fosse stata aggiunta all’edificio della moschea.
All’inizio del XX s. la parte centrale del complesso ha subito una notevole ricostruzione. Al locale chiuso della parte centrale della moschea estiva dalla parte del cortile erano stati aggiunti dei locali accessori con una tettoia sorretta dalle colonne.
Nel 1909 di fronte alla facciata della moschea estiva, accanto al khauz (vasca), l’architetto Sagdulla costruisce un minareto esaedrico (ne parla una scritta nel muro sud dell’ayvan centrale).
Nello stesso tempo all’angolo sud-est della madrassa è stato aggiunto un piccolo locale d’ingresso e uno stretto corridoio che incamminò i visitatori direttamente alla dakhma di Khodja Akhrar. La scritta sulle porte d’ingresso recita: ”Qualunque cosa tu voglia, trovi tutto lungo questo cammino”.
I lavori di restauro della madrassa Nodir Divan-beghi sono stati avviati nel 1978. Il monumento è arrivato molto deteriorato ai giorni nostri. Il compito del restauro era recuperare le cupole e tamburi andati perduti, il rivestimento della parte alta del portale etc..
Era stata trovata una foto del 1870 con la raffigurazione della parte alta del portale d’ingresso della madrassa di Nodir Divan-beghi dove si riconoscevano i frammenti delle immagini di una scena di caccia con le tigri e cervi. In più nella “Gazzetta del distretto di Samarcanda” dal 26 maggio del 1884 hanno trovato l’articolo di Mirza Barat con seguente informazione “sul portale di questa madrassa vi furono le immagini di due tigri e due cervi, realizzate nella tecnica del mosaico intagliato”.
Dal tetto del complesso, conservatosi relativamente bene, erano stati tolti più di 2mila metri cubici del fango che nell’arco dei secoli precedenti ci veniva portato appositamente per il restauro di copertura. Nel cortile interno si era accumulato uno spessore di terra profondo circa un metro. Dopo averlo tolto hanno ritrovato una muratura nata nello stesso periodo della madrassa. Sono state recuperate tutte le 27 khudjra (celle) nonostante circa 40% andate distrutte.
La madrassa di Nodir Divan-beghi costituisce uno dei monumenti storici di Samarcanda di particolare interesse.
INDICAZIONI DI METODO:
1. Dare l’informazione sullo sheikh Khodja Akhrar Vali lungo la strada verso il complesso.
2. Arrivati alla facciata centrale della madrassa di Nodir Divan-beghi, presentare la sua decorazione facendo il parallelo con la madrassa Sher-Dor.
3. Accompagnare il gruppo nella parte interna della madrassa, presentare i particolari della struttura, parlare della ricostruzione del monumento storico.
4. Accompagnare i turisti (nel caso desiderassero) alla dakhma dello sheikh Khodja Akhror.
5. Il tempo della visita guidata non deve superare i 20 minuti.
6. Rilasciare ai turisti non più di 10 minuti di tempo libero per la visita autonoma e le foto.
L’autore del testo: Kim Nelya, la guida della categoria superiore
Il traduttore: Sattarova Tamila, la guida della prima categoria.
Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo

Vuotaci

Voto medio 5 / 5. Conteggio voti: 458

No votes so far! Be the first to rate this post.