IL COMPLESSO DI MAKHDUMI ÀZAM

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Il villaggio Dagbid (Dakhbed) è situato in mezzo ai due bracci del fiume Zeravshan – Karadarya e Akdarya. Dagbid è famoso grazie al complesso architettonico commemorativo di Makhdumi Àzam Seiid Akhmed Kasani. Makhdumi (Makhtumi) Àzam (1461-1542) è un islamista e mistico, un sufi e il fondatore della scuola “Dakhbediya”. Makhdumi Àzam non è il nome proprio, ma una sorta di un titolo particolare che può esser tradotto come “un gran signore”.

Secondo le testimonianze di alcune fonti medioevali, suo nonno nella settima generazione, Khazrati Said Kamoliddin, arrivò in Fergana dalla Medina per consolidare la posizione della religione islamica nell’area. Dopo aver sposato la figlia del khokim di Fergana, il quale fu uno dei discendenti del califfo Abu Bakr, rimase a vivere a Kasan. Da queste informazioni diventa chiaro che l’albero genealogico di Makhdumi Àzam prende l’origine direttamente dal profeta Maometto il che è testimoniato da alcune fonti scritte (“Tazkirai azizkhon”, “Khodiyatnoma” ed altri). Makhdumi Àzam nacque nel 1461 nella città di Kasan. Da piccolo Said Akhmad fu abituato a lavorare, arava i campi, pascolava il bestiame. Imparò a memoria il Corano. Fece gli studi a Tashkent, Bukhara, Samarcanda. Divenne murid di Maulana Mukhammad Kazi (Mukhammad Zakhid Samarcandi), un noto seguace della “nakshbandiya”.

Un giorno il destino lo fece arrivare a Kashgar dove iniziò a predicare l’islam. Conquistò grande stima presso la gente e i khan di Kashgar gli consegnarono i grandi possedimenti. Molti uomini famosi, fra i quali Zakhiriddin Bobur, lo considerarono la propria guida spirituale. Makhdumi Àzam dedicò l’opera “Risolai Boburiya” a Bobur.

Makhdumi Àzam considerava Khodja Akhrar Vali il suo pir. Il giorno in cui partì da Kasan per arrivare da Khodja Akhrar Vali per esprimere la propria stima, non lo trovò più fra i vivi. Khodja Akhrar Vali morì proprio quel giorno. Secondo l’ipotesi di Djanibek Sultan, un grande esponente militare della dinastia sheibanide, egli si trasferì nella valle di Mienkal (in mezzo ai due fiumi) a 12 km da Samarcanda in Dagbid (la provincia di Akdarya), dove sarebbe rimasto per il resto della vita, fino al 1542. Secondo alcune fonti scritte medievali dopo esser arrivato nel posto nuovo, Makhdumi Àzam piantò innanzitutto 10 salici (la parola “dagbid” o meglio “dakhbed” si traduce dal persiano come “dieci salici”). Successivamente nello stesso luogo fece tracciare un enorme giardino con la superficie di più di 20 ettari.
Egli condusse sempre il semplice modo della vita, si occupò della coltivazione della terra e giardinaggio, e fu un ottimo istitutore. Tra le sue opere rispettate in Oriente vi sono i trattati di filosofia, geologia, etica, il diritto musulmano (più di 30 opere), una parte di cui è raccolta sotto il titolo “Majmuat ul-Risola” (“La raccolta dei trattati”). Secondo Makhdumi Àzam, la religione e i testi sacri sono stati creati per il perfezionamento spirituale dell’uomo. Il coltivatore della terra e frutticoltore condusse una vita molto modesta e scrisse più di 30 opere nel campo di geologia e diritto. C’è un’audace espressione per quei tempi che a lui appartiene:”Non è l’uomo che è stato creato per la religione, ma è la religione che è stata creata per l’uomo”.
Nell’Istituto dell’Orientalistica dell’Accademia delle Scienze dell’Uzbekistan si conservano molte sue opere fra i quali una di volume di 668 pagine.
Khurshid Davron e Komilkhon Kattaev sono considerati i discendenti più famosi di Makhdumi Àzam tra quelli contemporanei. Khurshid Davron è il poeta nazionale dell’Uzbekistan, il drammaturgo, lo scrittore, il traduttore, lo storico e il telegiornalista.  È uno dei miglior specialisti della storia del sufismo, di Samarcanda, del Turkestan, del grande Tamerlano e la sua dinastia temuride. Le sue poesie e libri sono stati pubblicati in Azerbaijan, Polonia, Bulgaria, Russia, Turchia, Francia, Stati Uniti, in Inghilterra, Giappone, Messico, Tajikistan, Corea ed altri paesi del mondo. Komilkhon Kattaev  è un noto scienziato di Samarcanda, lo storico-ricercatore e l’autore di più di 10 libri dedicati alla vita e le attività di Makhdumi Àzam.
Il complesso storico-architettonico di Makhdumi Àzam.
Nel cortile del complesso cresce un vecchio platano che conta più di 600 anni, diviso in due tronchi e con una cavita alle radici. La grande chioma del platano da l’ombra ad una parte del cortile.
Secondo una leggenda fu proprio quest’albero ad esser stato portato dall’Iran con la forza del pensiero di Makhdumi Àzam. La leggenda racconta che un giorno egli ordinò ai suoi alunni di non aprire gli occhi durante la preghiera, ma uno di questi non obbedì all’ordine e di conseguenza aprì gli occhi. Nello stesso secondo si ritrovò nella prigione dello scià dell’Iran. La guardia scoprì il detenuto nuovo grazie alle sue urla. Egli fu immediatamente accompagnato dallo scià. Il prigioniero confidò tutta la storia allo scià senza nascondere un minimo dettaglio. Lo scià non gli credette ed ordinò di legarlo ad un albero. “Se il tuo maestro  è così potente, riesce a portarti indietro”, lui pensò e si recò nelle sue stanze. Il mattino dopo guardò fuori dalla finestra e rimase stupito siccome furono scomparsi sia l’albero che il prigioniero legatolì.     
Dopo la morte di Makhdumi Àzam la sua tomba divenne il luogo dei pellegrinaggi dove con il passar del tempo sarebbe sorto tutto un complesso: una moschea, un khanaka e un minareto. La moschea fu costruita su ordine di Yalangtush Bakhadur-biy, reggente (l’emiro) dei khan di Bukhara a Samarcanda. La struttura più monumentale del complesso  è indubbiamente il khanaka.
La planimetria originaria conteneva una grande sala per i riti religiosi (zikr), locali accessori e il takharatkhana (luogo per le abluzioni). Nel XIX s. nel cortile del khanaka fu costruito il minareto conservatosi ad 8 metri di altezza. Nel lato est si conserva un’altra piccola struttura che è una piccola moschea. C’è un mazar a nord del khanaka. Nell’area del mazar si vede una dakhma (sufa), quadrata piattforma in marmo con dentro le sette stele e una pietra tombale intagliata sotto la quale si trovano le spoglie del grande fondatore dell’ordine “Dakhbediya”.
Ci sono le sepolture di Yalangtush Bakhadur-biy e sua figlia Iklim nel cimitero. Su ordine dell’emiro Yalangtush sulla piazza Reghistan a Samarcanda furono costruite due madrasse: Sher-Dor e Tillya Kori. Ma i primi lavori di costruzione da lui furono condotti proprio in Dagbid, dove fece costruire il khanaka che divenne il luogo di soggiorno dello sheikh frequentato da vari ceti della popolazione.
Fra le strutture monumentali a Dakhbed  è nota una madrassa rimasta attiva fino alla fine del XIX s. che conteneva 34 khudjra con una moschea e darskhana. Nel XIX s. il villaggio Dakhbed divenne noto come luogo di gran bazar che funzionava due volte la settimana e superava il bazar di Samarcanda.
Indicazioni di metodo:
1. Prima di partire per il complesso “Makhdumi Àzam” bisogna avvisare i turisti del comportamento adeguato durante la visita del luogo di culto. Alle donne è consigliabile avere un fazzoletto e una sciarpa.
2. Siccome il complesso è situato fuori città bisogna parlare della vita di Makhdumi Àzam già in autobus, strada facendo.
3. Il tempo della visita guidata non deve superare i 30-35 minuti.
4. Rilasciare 10 minuti di tempo libero per la visita autonoma e le foto.
L’autore del testo: Kim Nelya, la guida della categoria superiore.
Il traduttore del testo: Sattarova Tamila, la guida della prima categoria.
Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo

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