IL COMPLESSO DELL’IMAM AL-BUKHARIY

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IL COMPLESSO ARCHITETTONICO COMMEMORATIVO DELL’IMAM AL-BUKHARIY


La visita del complesso commemorativo dell’imam Al-Bukhariy, situato vicino a Samarcanda, è legata al nome di un grande teologo del IX s. Abu Abdulla Mukhammad ibn Ismail ibn Ibrakhim ibn al-Maghir ibn Baddazbek al-Giufi Al-Bukhariy, noto in vita quotidiana come Mukhammad ibn Ismail Al-Bukhariy oppure l’imam Al-Bukhariy.

Al-Bukhariy naque a Bukhara il venerdì del 13o shavval del 194 dell’hegira (il 20 luglio del 810) nella famiglia di Ismail, un uomo pio. È un fatto noto che suo bisnonno fu il primo ad essersi convertito all’islam, mentre suo padre fu uno dei narratori dei sacri testi. La data precisa della nascita di Al-Bukhariy è nota da una lettera di suo padre. Al-Bukhariy rimase presto senza padre.

Secondo le fonti storiche, da piccolo Al-Bukhariy perse la vista. I medici non ci poterono fare niente. Secondo una leggenda, sua madre vide in un sogno il profeta Abraam il quale le si rivolse con le seguenti parole: “Donna pia, Dio ha restituito la vista a tuo figlio dopo aver sentito le tue preghiere e pianti”. Il mattino dopo il figlio si svegliò vedente.
All’età di 10 anni Al-Bukhariy iniziò a manifestare l’eccezionale diligenza e impegno. Giorni e notti egli stava sopra i libri del proprio padre, approfondiva e perfezionava le proprie conoscenze. Possedeva una memoria eccezionale, riusciva a memorizzare le cose lette in poco tempo e ne faceva attenta analisi. La sua mente analitica gli permise di farsi le proprie opinioni su molti argomenti e successivamente discuterli con la propria guida spirituale, lo sheikh Dakhili. All’età di 16 anni sapeva a memoria tutte le raccolte dei Khadit, aveva ottima conoscenza del fiqkh – lo studio del diritto musulmano, le regole del comportamento e le interrelazioni fra i musulmani.
Nell’825 Al-Bukhariy insieme alla madre e il fratello maggiore partirono per il pellegrinaggio alla Mecca e Medina. Dopo averlo compiuto, la madre con il fratello ritornarono a Bukhara, mentre Al-Bukhariy si mise a viaggiare in vari paesi del mondo musulmano dove continuò ad imparare i Khadit. Visitò in questo modo l’Iran, l’Iraq, lo Yemen, Siria, Egitto e fece gli studi presso i teologi più noti dell’Oriente.  Secondo una leggenda, Al-Bukhariy fece la raccolta delle centinaia di migliaia dei Khadit e ne conosceva 300mila a memoria. 42 anni della sua vita dedicò egli alle ricerche dei Khadit e secondo le sue parole, li ebbe registrati da 1080 conoscitori.
Iniziò a scrivere il suo libro “Al-Jomii As-sakhikh” ancora a Basra (odierno Iraq) e andò avanti con la scrittura per molti anni ancora. Da diverse fonti diventa chiaro che egli scrisse 24 libri, fra i quali “Tàrikhi Kobir” (“La grande storia”) scritta da lui da giovane. Dopo aver finito di scrivere “Al-Jomii As-sakhikh”, l’opera più importante contenente i 7275 Khadit, egli ritornò a Bukhara. Molta gente, dopo aver saputo il suo ritorno, si presentò presa dalla voglia di sentirlo. In poco tempo intorno all’imam Al-Bukhariy si unirono molte persone ed egli insegnava volentieri a tutti coloro che volevano studiare siccome fu dell’opinione che l’insegnamento a maggior numero di persone delle conoscienze religiose non potesse che portare massimo beneficio alla società. Diceva di dover allestire più strutture scolastiche possibili per poter alfabetizzare il massimo numero di persone e trasmettere a loro la cultura. Secondo le fonti scritte, migliaia di persone sentirono più di 70mila Khadit dalla sua bocca. Fra l’uditorio ci furono stati coloro che divennero successivamente famosi teologi.  
L’autorità di Al-Bukhariy fra la gente acquisì tali livelli che qualsiasi Khadit a lui sconosciuto veniva considerato inaffidabile. Durante la sua attività educativa a Bukhara diverse volte Al-Bukhariy divenne la vittima di intrighi, disordini e complotti. Ben 4 volte egli fu mandato via da Bukhara. L’ultima quarta espulsione fu la esecuzione dell’ordine dell’emiro di Bukhara, Khalid Zukhra, il quale si infuriò al rifiuto di Al-Bukhariy di insegnare ai propri figli. Al-Bukhariy lasciò Bukhara e si recò verso Samarcanda, invitato dagli abitanti del posto. Ma non poté entrare nella città a causa di forti disaccordi fra gli abitanti di Samarcanda riguardo il suo soggiorno nella città. Si fermò nel villaggio Khortang, vicino a Samarcanda, dove morì nel 256 dell’hegira durante il Ramadan, in uno dei primi tre giorni del mese dello shavval (il 1 settembre dell’870).
Il grande merito di Al-Bukhariy consiste nel fatto che fu il primo ad aver effettuato una sorta di “filtraggio” dei Khadit. Se prima di lui i mukhaddis inserivano nelle loro raccolte tutti i Khadit sentiti, egli passò ad una sorta di verificazione dell’autenticità (sakhikh) e innafidabilità (gayri sakhikh) di essi. Proprio per questa ragione gli scenziati-ulema musulmani valutano “As-sakhikh” come la fonte successiva al Corano (nei fondi del Museo Statale della storia, della cultura e l’arte di Samarcanda si trovano due libri scritti da Al-Bukhariy e due litografie al libro “As-Sakhikh”). Al-Bukhariy è giustamente considerato il più eminente studioso dei Khadit nell’Oriente.
La dottrina sul profeta Maometto, una importante componente nell’islam, fa parte del simbolo della fede, entra nel diritto e la teologia, nella storiografia e letteratura. La scienza sui Khadit è caratteristica solo per l’islam. I Khadit, cioè le informazioni e racconti su parole e azioni del profeta Maometto, su situazioni dove egli compì una certa azione oppure pronunciò certe parole, costituiscono un ramo autonomo della teologia islamica. In questo modo i Khadit trasmettono le idee filosofiche più comuni della civiltà islamica. Se il Corano per i musulmani è la Sacra Scrittura, i Khadit sono la forte espressione della vera essenza dell’islam.
L’autenticità (sakhikh) di un Khadit veniva determinata da Isnad, cioè il riferimento ad una continua catena di persone tramite le quali i Khadit furono stati tramandati dalla fonte originaria all’ultima persona che ne fece la registrazione. In base all’importanza e le fonti originarie, i Khadit vengono classificati come primari, secondari, terziari, etc. Le fonti originarie, naturalmente, sono considerate le persone della cerchia più stretta del profeta Maometto. Col tempo il numero dei khadit e delle persone che li tramandavano è andato cresciuto. Perciò nella “filtrazione” dei Khadit per l’imam Al-Bukhariy i criteri più importanti furono l’affidabilità e la continuità della loro trasmissione da una persona ad altra. Nella valutazione dei Khadit un’altro criterio importante fu l’impeccabile volto morale delle persone che li trasmettevano.
In seguito a tuttò ciò gli studiosi dei Khadit hanno stabilito le tre categorie di essi: 1. Autentici ed affidabili – sakhikh; 2. Buoni ed accettabili – khassan; 3. Dubbiosi e poco persuasivi  – dàif (zàif).
I requisiti richiesti ai conoscitori dei Khadit col tempo diventarono molto severi e di conseguenza gli studiosi dei khadit godevano maggior rispetto. Coloro che conoscevano bene i Khadit insieme al Corano godevano particolare riconoscimento dalla società. Furono organizzate le scuole e apposite biblioteche per lo studio dei Khadit con libri specifici sui Khadit rilasciati a disposizione di coloro che ne furono alla ricerca, cioè mukhaddis (tullab al-khadis).
Nel periodo dell’URSS il nome dell’eminente teologo fu condannato all’oblio. Dopo che l’Uzbekistan ha ottenuto l’indipendenza, il nome del grande Al-Bukhariy è stato riabilitato. Nel 1998 su iniziativa del primo presidente della Repubblica dell’Uzbekistan Islam Karimov, nel villaggio Khortang, nel luogo occupato dal mazar dell’imam Al-Bukhariy è stato costruito un grandioso complesso commemorativo. Il complesso comprende il mausoleo dell’imam Al-Bukhariy, una moschea, una biblioteca ed una madrassa. Alla sua edificazione erano stati convocati i miglior architetti e artigiani di Samarcanda, Tashkent, Bukhara, Khiva, Shakhrisabz, Andijan, Kokand e Namangan. Il 23 ottobre dello stesso anno 1998 a Samarcanda è stato celebrato il 1225 anniversario del famoso studioso.
Per accedere al complesso si attraversa il portale d’ingresso dotato delle porte intagliate. Ad entrambi i lati del portale principale sono collocate le lastre commemorative con la grafica araba e latina dedicate alla costruzione del complesso. Il mausoleo dell’imam Al-Bukhariy si trova sull’asse centrale del complesso ed ha l’aspetto di un prisma rettangolare quadrato alla base con la superficie di 9×9 m ed altezza di 17 m.
La cupola del mausoleo è doppia, nervata ed è decorata con le matonelle blu smaltate a vetro. I muri sono rivestiti in mosaici, in maiolica, il ganch, l’onice e il granito con i disegni vegetali ed ornamentali. Al centro si trova la pietra tombale in onice verde chiaro. La sepoltura stessa si trova sotto il mausoleo e dispone di un’ ingresso autonomo. Nella parte sinistra del cortile vi è una moschea, un khanaka e una galleria con la superficie di 786 metri quadrati, con la capienza per i 1500 fedeli.
Nella parte sinistra vi è una biblioteca e il museo con le rare copie di manoscritti e libri litografati della teologia islamica, i regali degli statisti di vari paesi fra i quali un pezzo della “kisva” – la coperta della Kaaba alla Mecca donata al complesso commemorativo dal re dell’Arabia Saudita. Al centro del cortile si trova una vasca – “khauz” con i vecchi platani vicino ai quali sorge una fonte con l’acqua curativa.
Presso il complesso commemorativo dell’imam Al-Bukhariy funziona il centro scientifico e la scuola dei Khadit. Il presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyaev durante la 43a sessione del Consiglio dei Ministri degli affari esteri dell’Organizzazione della collaborazione islamica che nel 2016 ha preso il luogo a Tashkent, è intervenuto con la proposta della fondazione di un centro scientifico della ricerca presso il complesso commemorativo dell’imam Al-Bukhariy.
In breve tempo è stato costruito l’edificio del centro e sono state create tutte le condizioni necessarie per il lavoro produttivo. Lo studio del retaggio dell’imam Al-Bukhariy e di altri pensatori, la traduzione e la pubblicazione dei loro lavori, la raccolta delle copie elletroniche dei manoscritti che si conservano negli archivi esteri e in varie biblioteche costituiscono i fondamenti dell’attività del centro. Attualmente vi sono i 45 ricercatori, è stato firmato il memorandum sulla collaborazione con i centri leader delle ricerche islamiche e con le università di ben 14 paesi. Il centro dispone della propria casa editrice e pubblica la rivista “Imom Bukhoriy saboklari” (“Le lezioni dell’imam Al-Bukhariy”).
Quanto alla scuola, all’inizio ci insegneranno gli specialisti del nostro paese, ma già nella fase successiva saranno invitati i famosi studiosi dell’islam e i mukhaddis dall’estero. Insieme alle scienze sui Khadit (racconti sulle parole ed azioni del profeta Maometto), essi insegneranno agli studenti le scienze relative il Sacro Corano, il fiqkh (giurisprudenza islamica), le convinzioni religiose, il tafsir (interpretazione del Corano e della Sunna), la storia dell’Islam e le lingue straniere.
INDICAZIONI DEL METODO:
1. Avvisare i turisti di dover comportarsi in modo adeguato e vestirsi in maniera propria durante la visita del luogo di culto.
2. Lungo la strada bisogna iniziare a preparare i turisti alla percezione del complesso. Quindi già in macchina verso il complesso bisogna parlare dell’imam Al-Bukhariy e dell’essenza della sua dottrina. Il racconto deve durare circa 15 minuti.
3. Durante la visita panoramica presentare ai turisti tre parti architettoniche del luogo – il complesso stesso, il centro scientifico della ricerca e la scuola di studio dei Khadit.
4. La visita guidata del complesso e la sua presentazione non devono superare i 20-25 minuti di tempo della visita.
5. Rilasciare ai turisti non meno di 20 minuti per la visita autonoma e le foto.
L’autore: Grishenko Ivan, la guida della prima categoria.
Il traduttore: Sattarova Tamila, la guida della prima categoria.
Istituto per lo sviluppo del turismo presso il Comitato statale della Repubblica dell’ Uzbekistan per lo sviluppo del turismo

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